Alienazione: differenze tra le versioni
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Il termine fu introdotto nel linguaggio scientifico e filosofico da Comte, che lo usò per costituire la dottrina morale del positivismo. Nell'esperienza dell'altruismo, Comte vide inoltre una forma di esperienza capace di opporsi all'egoismo quotidiano, come pure all'egoismo quale fattore di progresso, sostenuto dal [[liberalismo]]. L'altruismo, come la [[solidarietà]] e la [[reciprocità]], sono propri dell'etica umanista, perché contribuiscono al progresso, alla soluzione giusta e favorevole dei conflitti interpersonali e sociali. | Il termine fu introdotto nel linguaggio scientifico e filosofico da Comte, che lo usò per costituire la dottrina morale del positivismo. Nell'esperienza dell'altruismo, Comte vide inoltre una forma di esperienza capace di opporsi all'egoismo quotidiano, come pure all'egoismo quale fattore di progresso, sostenuto dal [[liberalismo]]. L'altruismo, come la [[solidarietà]] e la [[reciprocità]], sono propri dell'etica umanista, perché contribuiscono al progresso, alla soluzione giusta e favorevole dei conflitti interpersonali e sociali. | ||
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Versione attuale delle 08:51, 5 mag 2018
(l'alienatio, dall'agg. lat. alienus, a sua volta der. di alius, altro, è propriamente il trapasso di proprietà, il cedere la proprietà di una cosa ad un altro) Alterazione dell'equilibrio dei fattori dell'attività individuale e sociale verso la cosificazione dei valori e a danno degli intangibili psicologici che contribuiscono allo sviluppo dell'essere umano.
La parola “alienazione” come la definisce Hegel nella sua “Fenomenologia dello Spirito” può anche essere tradotta con espropriazione, allontanamento o estraniazione: L’alienazione, in questo autore, sembra incarnare una “coscienza infelice”, una “coscienza di sé come natura divisa”. Hegel pensa che la coscienza possa sperimentarsi come separata dalla realtà di cui fa parte; questo fa sentire la coscienza “lacerata” da se stessa. La diffusione di questa idea è cresciuta quando Feuerbach la prende nel suo aspetto “naturale-sociale”; questa concezione influisce nell’interpretazione che ne dà Marx nei suoi “Manoscritti economico-filosofici” del 1844.
Con lo sviluppo dello Stato e man mano che diventa più complicata l'organizzazione della vita sociale, l'individuo è sempre più schiacciato dall’ambiente sociale, innanzitutto a causa dell'autorità e del potere altrui che sacrificano la sua libertà e il suo interesse. Ma nella misura in cui la società civile evolve, si allarga lo strato dei cittadini che partecipano in forme diverse agli affari sociali e statali, all'assunzione di decisioni e alla gestione sociale, fino ad arrivare alla proprietà del lavoratore delle fonti e dei mezzi di produzione. I limiti inizialmente esigui della democrazia si allargano fino ad abbracciare la maggioranza della popolazione adulta anche quando questa democrazia continui ad avere, fino ad oggi, un carattere più o meno formale. Gli stranieri e i senza patria, inizialmente privi di diritti civili, conquistano taluni diritti stabiliti sul piano nazionale e internazionale.
Lo sviluppo della tecnica, se da un lato testimonia la forza e le vittorie dell'essere umano, dall’altro lo subordina sempre di più alla macchina, cambiando il suo ritmo di vita e meccanizzando molte delle sue funzioni organiche. Il progresso nella sfera scientifico-tecnica assicura alle persone il dominio sulle forze della natura con un’ampiezza sempre maggiore, e ciò conferisce loro inusitata mobilità nello spazio accelerando il “tempo” sociale, consentendo comunicazioni sempre più articolate, aprendo la strada che porta nel cosmo, permettendo loro di creare ambienti artificiali corrispondenti alle loro necessità. Tuttavia, questi successi hanno generato nuovi pericoli, hanno messo in pericolo l'esistenza della vita sulla Terra.
Lo sviluppo della cultura e soprattutto quello del flusso informativo in generale, dà conto del progresso intellettuale, ma allo stesso tempo mostra il crescere del controllo soggettivo sull'esistenza individuale, che viene subordinata a impulsi e pensieri altrui. Nella sfera della cultura e dell'arte l'essere umano va verso la creazione di un mondo nuovo con proprietà non esistenti in natura. È fortemente cresciuta la diversità ma insieme all'allargamento dei confini umani della cultura si rivela una pericolosa tendenza all'uniformità, e ciò può condurre ad un sistema chiuso ed al blocco della civiltà.
La crescente divisione del lavoro, l'ampliamento del mercato, la diffusione della tecnologia e delle comunicazioni va di pari passo con la generale destrutturazione delle vecchie forme istituzionali e delle modalità dei rapporti sociali, mentre si sono accentuati cambiamenti anche nel comportamento collettivo e personale che rendono squilibrato l'adattamento crescente alle nuove situazioni. Da un lato, l'inerzia sociale delle istituzioni e forme di relazione obsolete non favoriscono il transito verso la fase di cambiamento che si sta rendendo evidente; dall'altro, le esigenze del progresso non mostrano una chiara direzione di sviluppo. Questa situazione viene sperimentata come una delle tante alienazioni che bussano alle porte della civiltà. Queste perturbazioni si esprimono come aumento dell’aggressività, nevrosi, suicidi ecc. Si afferma la feticizzazione dei meccanismi sociali e tecnologici a scapito dei rapporti interpersonali propriamente umani e a danno della perfezione spirituale e morale degli esseri umani.
Il potere, la cultura, la vita spirituale si concentrano nelle mani di élite ristrette, e di conseguenza gli individui si trovano in condizione di dipendenza a causa della loro separazione dai beni e dai valori vitali. La personalità si trasforma in oggetto di manipolazione e di sfruttamento, l'isolamento e la solitudine crescono e ogni persona si sente sempre più inutile, abbandonata e priva di forze. Tutto ciò rende possibile la manipolazione delle coscienze e dei comportamenti dei popoli.
Il Nuovo Umanesimo vede nell'alienazione non tanto un problema economico quanto esistenziale, vitale e morale, e pone come obiettivo la diminuzione del livello di deprivazione quale stato pericoloso che deforma la personalità. La crisi della civiltà contemporanea è generata in larga misura dall'ipertrofismo di alterazione e violenza, da un lato, e dalla ricerca delle vie per il suo superamento, dall'altro. L'umanità aspira a progredire in questi nuove cammini senza che si allarghi l'alienazione. In futuro non mancherannno elementi di deprivazione, ma l'essere umano può agire in modo cosciente in una determinata direzione sull’ambiente sociale e su se stesso, per armonizzare fattori esterni e interni della sua vita. In questo senso, il Nuovo Umanesimo rappresenta un grande movimento contro il pericolo dell'alienazione crescente.
altruismo (der. da altrui, lat. volg. alterui per alteri, dativo di alter, l'altro, sul modello del fr. altruisme) Attenzione e interesse per il bene altrui, anche a costo del proprio, e per motivi puramente umani. Si tratta del servizio prestato in nome del benessere degli altri, della disposizione a sacrificare gli interessi personali sull'altare del beneficio dei più.
Il termine fu introdotto nel linguaggio scientifico e filosofico da Comte, che lo usò per costituire la dottrina morale del positivismo. Nell'esperienza dell'altruismo, Comte vide inoltre una forma di esperienza capace di opporsi all'egoismo quotidiano, come pure all'egoismo quale fattore di progresso, sostenuto dal liberalismo. L'altruismo, come la solidarietà e la reciprocità, sono propri dell'etica umanista, perché contribuiscono al progresso, alla soluzione giusta e favorevole dei conflitti interpersonali e sociali.