Proprietà
(dal lat. proprietas, -atis der. di proprius, che appartiene a qualcuno, dalla loc. pro privo, a titolo privato) Attributo o qualità essenziale di una persona o di una cosa; precisione con cui una persona si esprime; dominio, diritto o facoltà che qualcuno ha sulle cose che gli appartengono, per usare e disporre di esse liberamente. Le forme di proprietà variano a seconda delle diverse culture e delle epoche storiche. Alcuni teorici dell'anarchismo propongono di porre fine a qualunque forma di proprietà. Il marxismo-leninismo vede nella proprietà privata l'origine dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo ed esorta a sostituirla con la proprietà collettiva. Il Nuovo Umanesimo prende in considerazione l'esperienza storica delle diverse forme di regolazione sociale della proprietà a diversi livelli dal basso verso l'alto, con il fine di umanizzarla. Ma l'aspetto essenziale della proposta umanista si basa nella messa in discussione della proprietà in generale (impresa-società) e nell'instaurazione di un sistema di proprietà del lavoratore.
proprietà del lavoratore Forma di proprietà in cui il lavoratore di un'azienda partecipa non soltanto percependo il salario ma condividendo gli utili e soprattutto partecipando alla gestione. Ci sono varie gradazioni che vanno dal possesso di un pacchetto azionario di minoranza fino al possesso del pacchetto di maggioranza e, nel migliore dei casi, al possesso dell’intero pacchetto azionario e al potere decisionale completo della gestione dell'azienda. Sin da quando è iniziato il cooperativismo, il tema della proprietà del lavoratore ha conosciuto avanzamenti e retrocessioni, è passato per l'intermediazione della burocrazia statale o ha subito le forme più diverse di occultamento della proprietà reale che, in pratica, è rimasta in mano a gruppi capitalisti. Il fattore giuridico-politico è decisivo quando si voglia tradurre in pratica il concetto di proprietà del lavoratore perché la sua possibilità di sviluppo dipende dalla portata delle leggi vigenti. In un sistema politico-sociale di taglio umanista, l'obiettivo primario è incentivare ed estendere alla totalità della popolazione la proprietà del lavoratore. L'evoluzione o rivoluzione politica umanista tende alla strutturazione di una società in cui prevalga la proprietà del lavoratore.
Il tema rientra in uno più ampio, quello delle nuove forme nei rapporti di produzione, tecnici e sociali, che cominciano a svilupparsi nell'economia mondiale e corrispondono all'elevarsi del ruolo e del potere dei lavoratori nel processo produttivo, combinando gli ideali di giustizia sociale con la promessa di efficienza economica (umanista, documento).
In uno studio realizzato nel 1996 dal CENDA (Centro di studi nazionali per uno sviluppo alternativo) gli autori – Manuel Riesco, Paola Parra e Manuel Loyola – stabiliscono antecedenti e confronti riguardo la proprietà del lavoratore in diversi luoghi del mondo. In un brano del rapporto scrivono: “La proprietà del lavoratore nelle aziende è un fenomeno che ha assunto importanza nel mondo durante gli ultimi decenni. In pochi anni, decine di milioni di lavoratori hanno acquisito percentuali significative della proprietà di decine di migliaia di aziende in tutto il mondo, nelle regioni e nei paesi più diversi. Il processo ha varie origini, di cui una delle più significative è quella che ha luogo negli USA, dove la proprietà del lavoro si è trasformata in un importante mezzo di finanziamento delle aziende private, in un periodo di forti ristrutturazioni, e ha goduto di incentivi statali attraverso meccanismi di sussidio sotto forma di esenzioni tributarie. Questa esperienza tende a crescere e a consolidarsi, ed è entrata a far parte della tendenza generale a concedere maggior potere ai lavoratori per migliorare la competitività delle aziende. Un altro fenomeno che ha avuto ripercussione sull'aumento registrato dalla proprietà del lavoratore è stato l'ondata di privatizzazioni che ha riguardato la maggior parte del mondo. La maggioranza dei paesi che hanno portato avanti programmi di privatizzazioni di massa hanno usato la proprietà del lavoro come mezzo per neutralizzare la forte opposizione che tali processi hanno riscontrato da parte di lavoratori delle aziende interessate. Come risultato di questo processo, i lavoratori hanno acquisito, in alcuni casi e in forma transitoria, livelli molto alti di proprietà delle loro imprese. Così in Russia, per esempio, dove nel 91% delle aziende privatizzate la maggioranza della proprietà appartiene ai lavoratori, mentre i dirigenti detengono una percentuale di minoranza del restante 9%. Tuttavia, con rapidità si è verificato che i lavoratori perdono la loro proprietà sulle aziende privatizzate e nel giro di pochi anni queste finiscono per appartenere a gruppi capitalisti, i quali non poche volte sono formati dagli ex dirigenti delle aziende stesse”. Questo è, insomma, uno dei modi di stravolgere il senso della proprietà del lavoratore.
In Cina, l'esperienza ha suscitato interesse non soltanto nel governo, ma anche nei sindacati, rappresentati dalla FSLC, che l'ha adottata come strategia preferenziale per la riforma di 400mila aziende statali e altri 400mila collettivi urbani affiliati, in particolare 20mila aziende statali e 100mila collettivi urbani che si trovano sotto il controllo diretto della FSLC. Il destino complessivo del processo di riforma in Cina sembra abbastanza chiaro, anche se le sue forme non sono ancora definite. Data la vastità dell'economia cinese, sembra probabile che l'impatto sull'esperienza mondiale della proprietà del lavoro sarà molto rilevante.
In Inghilterra, nel corso di soli tre anni (1978-81) la percentuale del prodotto nazionale lordo rappresentato dal settore a proprietà statale dell'industria è crollato dall'11 al 2%. Tuttavia, queste privatizzazioni non hanno coinciso in pieno con il passaggio della proprietà statale nelle mani dei lavoratori, e in questo caso ciò ha comportato un aumento della proprietà capitalista rispetto alla proprietà del lavoratore.
Negli USA, il 1995 è stato un anno importante nella crescita della proprietà del lavoratore. La costituzione di nuovi piani di proprietà azionaria dei lavoratori ha raggiunto il livello più alto dalla fine degli anni Ottanta, prima della recente crisi. Nel complesso, considerando soltanto i diversi piani di proprietà diretta, cioè escludendo gli investimenti dei fondi pensione, i lavoratori statunitensi sono attualmente proprietari di circa 500 miliardi di dollari, oltre il 6% del patrimonio totale delle aziende del paese. Le aziende in cui i lavoratori possiedono proprietà significative sono oltre 10mila. La più grande di queste ha oltre 190mila lavoratori e le dieci più grandi ne hanno in totale 780mila. Le compagnie maggiori in cui i lavoratori detengono più del 51% delle azioni sono: Publix Supermarkets (95mila lavoratori), United Airlines (75mila), Science Applications (17mila), Avis Car Rental (12.500) e Amstead Industries (8mila). I lavoratori coinvolti nei diversi piani di proprietà sono circa 15 milioni. La cifra è significativa se ricordiamo che i lavoratori dell'industria manifatturiera negli USA sono all'incirca 20 milioni. Queste cifre hanno registrato una rapida crescita durante gli ultimi vent'anni, a partire dall’entrata in vigore, nel 1974, della legislazione che regola e incoraggia i piani di proprietà azionaria dei lavoratori (ESOP).
Si legge nello studio del CENDA: “In Giamaica, la legislazione ispirata agli ESOP statunitensi costituisce uno dei casi più moderni e completi del mondo. Tale legislazione, approvata nell'aprile 1995, è orientata verso il settore privato, anche se non tralascia il suo uso potenziale per la privatizzazione di aziende pubbliche. Gli obiettivi del governo consistono nell'ottenere in meno di un anno che una percentuale di lavoratori compresa tra il 3 e il 5% aderisca agli ESOP. La legge incoraggia la partecipazione dei lavoratori in vari modi. Possono acquistare azioni scontandole dalle tasse o l’azienda può acquistarne per loro conto, con facilitazioni fornite mediante diversi meccanismi. Vengono offerti vari incentivi fiscali alle aziende che aderiscono agli ESOP. Per esempio, se la compagnia presta denaro ai propri lavoratori per l'acquisto di azioni a un interesse inferiore a quello di mercato, può detrarre annualmente dalle tasse l'equivalente degli ammortamenti del prestito. Se i lavoratori fanno parte del consiglio di amministrazione, il periodo di ammortamento ai fini delle detrazioni fiscali può essere ridotto a due anni. Se la fonte dei finanziamenti è un prestito esterno, la compagnia può dedurre dalle tasse il 25% degli ammortamenti dello stesso e il 100% degli interessi. Se una azienda esegue donazioni ai propri lavoratori perché acquistino azioni della stessa, essa può detrarre dalle tasse il 100% della donazione, sia per gli ammortamenti sia per gli interessi del prestito. Infine, gli ESOP stessi possono chiedere prestiti per acquistare azioni, con garanzia dell'azienda, come nel sistema statunitense. In ogni caso, le azioni vengono conservate in un fondo fiduciario (trust) a esclusivo beneficio degli azionisti. Le regole di assegnazione e di acquisizione (vesting) graduale dei pieni diritti individuali sulle azioni sono simili a quelle statunitensi. La legge pone l'accento sull'incoraggiamento della proprietà azionaria di lungo periodo da parte dei lavoratori, e ciò si esprime in una serie di stimoli, ma esistono anche disposizioni che consentono agli impiegati di vendere parte delle loro azioni, entro limiti stabiliti, a partire dal terzo anno e obbligano l’azienda a riacquistarle. In questo modo, gli ESOP giamaicani si configurano come un fondo pensione e allo stesso tempo come un meccanismo di risparmio. I dividendi percepiti dai lavoratori sono esenti da tasse. Esiste anche una possibilità che consente, trascorsi tre anni, di diversificare fino al 50% delle azioni in altri strumenti finanziari. La legge è altamente partecipativa e le azioni degli ESOP godono di pieni diritti in quanto gli amministratori del fondo fiduciario devono votare secondo le istruzioni dei lavoratori. Un consiglio di amministrazione di almeno tre membri dirige il piano, e i tre membri sono eletti uno dai dipendenti, uno dall'azienda e il terzo di comune accordo. Le azioni possono essere vendute ad altri lavoratori dell'azienda, dopo l’acquisizione dei pieni diritti individuali (fully vested) e con l'approvazione degli amministratori del piano. Possono partecipare al piano dipendenti part time, a termine e anche persone esterne all'azienda che 'intrattengano un rapporto economico significativo' con essa, come per esempio i fornitori. Il principale obiettivo della legge è promuovere una distribuzione più equa delle entrate, oltre a sviluppare il mercato azionario. La legge è stata approvata dai sindacati, i quali hanno deciso di introdurre la richiesta di dar vita agli ESOP nelle prossime trattative collettive. Il programma ESOP giamaicano ha ricevuto il sostegno della BID (Banca interamericana di sviluppo)”.
In Spagna, le cooperative Mondragón dei Paese Baschi costituiscono uno dei casi di proprietà del lavoro che ha ottenuto maggior successo nel mondo. A proposito di questa esperienza, si legge nel rapporto del CENDA: “Il gruppo Mondragón comprende oltre cento cooperative. Oggi è uno dei dodici maggiori gruppi imprenditoriali di Spagna e occupa oltre 26mila persone. Nel 1984 il patrimonio di Mondragón ha raggiunto gli 8,9 miliardi di dollari, con utili consolidati di oltre 270 milioni di dollari. Il gruppo comprende oltre 80 cooperative industriali, una creditizia, due distributive e tre agricole. Vi sono anche cinque centri di studio, quattro centri universitari e uno secondario politecnico; tre centri di ricerca e sei cooperative di servizi, che si dedicano tra l'altro ad assistenza, previdenza sociale, design e assicurazioni. In Spagna, Mondragón è leader praticamente in tutti i settori in cui opera: elettrodomestici, componenti automotrici, attrezzature meccaniche, controllo numerico computerizzato, strutture per l'edilizia. Inoltre, le sue vendite hanno un'alta percentuale di esportazioni che per alcuni prodotti raggiunge il 60%. Le sue esportazioni sono rivolte soprattutto verso i paesi dell'Unione europea, ma sono consistenti anche sui mercati di Stati Uniti, Cina, Hong Kong e America latina. Su questo terreno, la sua strategia di internazionalizzazione ha sfruttato i vantaggi riservati agli investimenti all'estero. In questo modo ha insediato stabilimenti in vari luoghi: per esempio, in Marocco per i condizionatori; in Messico e in Olanda per gli elettrodomestici; in Tailandia per i semiconduttori; in Inghilterra per la fornitura e l’assistenza nel settore degli ascensori; in Francia per servizi informatici e in Cina per la costruzione di vagoni. Le aziende sono amministrate democraticamente secondo il concetto 'un lavoratore un voto'. Sono distribuite in tre gruppi: finanziario, industriale e commerciale. Ognuno di questi opera indipendentemente sulla base di una strategia comune. Su 103 cooperative Mondragón costituite tra il 1956 e il 1986, soltanto sei sono fallite. Di queste, tre per vero e proprio fallimento, mentre una si è sciolta e le altre due si sono trasformate in aziende a capitalizzazione convenzionale. Il gruppo principale di cooperative risiede nel Paese basco, dove sono esistite cooperative almeno dal 1870, e ciò risulta sicuramente significativo per il successo dell'esperienza”.
psicologia umanista Secondo Fernand-Lucien Mueller “l'influenza della fenomenologia husserliana e della filosofia di Heidegger, da essa derivata, è stata importante per le scienze psicologiche; un'influenza nello stesso tempo diretta e diffusa, a cui abbiamo potuto dedicare solo un rapidissimo cenno. Essa ha inflitto una singolare smentita ai promotori della 'nuova' psicologia, che pretendevano di relegare la filosofia nel museo delle anticaglie”.
Sono numerosi gli autori che fanno parte di questa corrente. Quasi tutti hanno conosciuto l'influenza di F. Brentano e del metodo fenomenologico di E.Husserl. Le opere di Jaspers, di Merleau-Ponty, di Sartre e di Binswanger sono universalmente conosciute. Come corrente psichiatrica, la “terza scuola di Vienna” di Frankl si inscrive in questa corrente. Esistono anche metodi di lavoro psicologico come quello esposto da L. Ammann nel suo sistema di autoliberazione. Molte opere di psicologia umanista sono orientate verso la psicologia sociale.