Democrazia: differenze tra le versioni
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(dal tardo lat. democratia che si rifà al greco demokratía, démos, [[popolo]] e kratéo, comando. Quindi il [[potere]] in mano al [[popolo]]) Dottrina politica favorevole alla partecipazione del [[popolo]] nel governo. Forma di [[Stato]] che riconosce nel [[popolo]] l'unica fonte del [[potere]] e assicura l'[[elezione]] dei suoi organi amministrativi nazionali, regionali o locali mediante votazione popolare, stabilendo il controllo pubblico sulla gestione statale. | (dal tardo lat. ''democratia'' che si rifà al greco ''demokratía'', ''démos'', [[popolo]] e ''kratéo'', comando. Quindi il [[potere]] in mano al [[popolo]]) Dottrina politica favorevole alla partecipazione del [[popolo]] nel governo. Forma di [[Stato]] che riconosce nel [[popolo]] l'unica fonte del [[potere]] e assicura l'[[elezione]] dei suoi organi amministrativi nazionali, regionali o locali mediante votazione popolare, stabilendo il controllo pubblico sulla gestione statale. | ||
Rappresentatività, indipendenza tra poteri e rispetto delle minoranze costituiscono i fondamenti della democrazia. Al venir meno di tutti o di uno di questi elementi, ci troviamo al di fuori della democrazia reale per cadere nella democrazia formale. Si sono tentate diverse combinazioni per eludere questo problema: dalla democrazia rappresentativa adottata dall'Occidente, a quella “diretta” di alcuni paesi asiatici negli anni Sessanta. Si è anche voluto sostenere che alcune forme di corporativismo, in opposizione alle democrazie liberali, siano le espressioni idonee e “naturali” della democrazia. Infine, in alcune dittature burocratiche è stata usata la definizione “democrazia popolare” per indicare l'esercizio della democrazia reale. In realtà, questo esercizio comincia nella base sociale ed è a partire da essa che deve scaturire il [[potere]] del [[popolo]]. Dai municipi e dai comuni, il principio della democrazia reale, plebiscitaria e diretta deve generare una nuova pratica politica. La democrazia diretta presuppone la partecipazione personale dei cittadini all'assunzione di tutte le decisioni riguardanti la vita della comunità. | Rappresentatività, indipendenza tra poteri e rispetto delle minoranze costituiscono i fondamenti della democrazia. Al venir meno di tutti o di uno di questi elementi, ci troviamo al di fuori della democrazia reale per cadere nella democrazia formale. Si sono tentate diverse combinazioni per eludere questo problema: dalla democrazia rappresentativa adottata dall'Occidente, a quella “diretta” di alcuni paesi asiatici negli anni Sessanta. Si è anche voluto sostenere che alcune forme di corporativismo, in opposizione alle democrazie liberali, siano le espressioni idonee e “naturali” della democrazia. Infine, in alcune dittature burocratiche è stata usata la definizione “democrazia popolare” per indicare l'esercizio della democrazia reale. In realtà, questo esercizio comincia nella base sociale ed è a partire da essa che deve scaturire il [[potere]] del [[popolo]]. Dai municipi e dai comuni, il principio della democrazia reale, plebiscitaria e diretta deve generare una nuova pratica politica. La democrazia diretta presuppone la partecipazione personale dei cittadini all'assunzione di tutte le decisioni riguardanti la vita della comunità. |
Versione attuale delle 20:53, 20 mar 2015
(dal tardo lat. democratia che si rifà al greco demokratía, démos, popolo e kratéo, comando. Quindi il potere in mano al popolo) Dottrina politica favorevole alla partecipazione del popolo nel governo. Forma di Stato che riconosce nel popolo l'unica fonte del potere e assicura l'elezione dei suoi organi amministrativi nazionali, regionali o locali mediante votazione popolare, stabilendo il controllo pubblico sulla gestione statale.
Rappresentatività, indipendenza tra poteri e rispetto delle minoranze costituiscono i fondamenti della democrazia. Al venir meno di tutti o di uno di questi elementi, ci troviamo al di fuori della democrazia reale per cadere nella democrazia formale. Si sono tentate diverse combinazioni per eludere questo problema: dalla democrazia rappresentativa adottata dall'Occidente, a quella “diretta” di alcuni paesi asiatici negli anni Sessanta. Si è anche voluto sostenere che alcune forme di corporativismo, in opposizione alle democrazie liberali, siano le espressioni idonee e “naturali” della democrazia. Infine, in alcune dittature burocratiche è stata usata la definizione “democrazia popolare” per indicare l'esercizio della democrazia reale. In realtà, questo esercizio comincia nella base sociale ed è a partire da essa che deve scaturire il potere del popolo. Dai municipi e dai comuni, il principio della democrazia reale, plebiscitaria e diretta deve generare una nuova pratica politica. La democrazia diretta presuppone la partecipazione personale dei cittadini all'assunzione di tutte le decisioni riguardanti la vita della comunità.
La democrazia indiretta si realizza attraverso i rappresentanti eletti dai cittadini, ai quali questi delegano i loro poteri per un periodo determinato. Come forma di organizzazione dello Stato, la democrazia si sviluppa storicamente, i suoi contenuti si perfezionano, si ramificano; la sua struttura diviene più profonda e complessa, e i cittadini acquisiscono diritti sempre più egualitari.
Nello Stato democratico moderno, è obbligatoria la divisione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario, di controllo ecc.); il suffragio è universale, attraverso voto segreto e diretto, e sullo scrutinio si esercita il controllo pubblico. È in vigore il sistema pluripartitico. Vi è libertà di espressione. Lo Stato è laico ed è separato dalle chiese.
La base della democrazia consiste nell'esistenza di una società civile forte e ben ramificata che limita lo Stato e ne controlla il funzionamento. Nonostante ciò, la democrazia moderna ha un carattere formale perché la democrazia non è vigente nella produzione. La ricchezza sociale è concentrata in poche mani che esercitano una forte influenza sulle questioni vitali sia nazionali sia internazionali e non esiste sistema di equilibrio o di controllo reale del loro potere economico e informativo. A ciò si deve la crisi della democrazia moderna che si manifesta nella crescente indifferenza politica mostrata dal popolo, nell'assenteismo elettorale, nell'aumento del terrorismo e della criminalità, nella burocratizzazione sempre più evidente dello Stato. Tutte queste sono manifestazioni dell'alienazione che mina le basi stesse della democrazia. Se si considera che la maggioranza assoluta della popolazione mondiale non gode neppure di questi beni alquanto formali della democrazia moderna, il quadro risulta ancora più triste. Tuttavia, negli ultimi decenni i limiti della democrazia si sono allargati considerevolmente su scala mondiale, con la liquidazione del colonialismo e con la condanna mondiale del razzismo e del fascismo.
Il campo d’influenza della democrazia si è ridotto nella sfera della produzione, a causa dei cambiamenti tecnologici, delle dimensioni e del tipo di imprese e della graduale decadenza dei movimenti sindacale e cooperativo. L'urbanizzazione e la concentrazione di gran parte delle popolazioni nelle megalopoli hanno ridotto il campo d’influenza della democrazia a livello locale. Ma la democrazia si è allargata come conseguenza dello sviluppo, per tipo e per consistenza numerica, di associazioni di persone unite da interessi particolari (artistici, sportivi, confessionali, educativi, ambientali, culturali ecc.). Con il progresso della società informatizzata e a elevata tecnologia mediale, le possibilità di sviluppo della democrazia aumentano ulteriormente. L'integrazione regionale, continentale e globale, con lo sviluppo di organismi sovranazionali, ha accresciuto la democrazia a livello internazionale, rafforzando il movimento federalista in diverse forme. Lo sviluppo di organizzazioni non governative a livello internazionale favorisce a sua volta il rafforzamento dei principi democratici.
Il Nuovo Umanesimo dà un proprio contributo al processo di democratizzazione in tutti i livelli, ma sottolinea la necessità dello sviluppo della democrazia nella base sociale, contribuendo alla pubblicazione di periodici di quartiere e di città, alla fondazione di emittenti locali radiofoniche e televisive, allo sviluppo della comunicazione informatica in rete ecc. Gli umanisti sono convinti che i destini della democrazia dipendono dalla formazione del cittadino nello spirito democratico, dal suo sviluppo integrale e armonico e dalla creazione di condizioni propizie alla realizzazione delle sue capacità creative e al loro perfezionamento, dall'innalzamento della sua cultura generale e civica. È necessario rafforzare ed estendere i germogli della cultura democratica nella sfera della produzione e utilizzare i successi democratici nella vita politica a tutti i livelli.