Momento umanista: differenze tra le versioni
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Nel configurarsi della civiltà globale chiusa (vedi [[mondializzazione]]) che oggi si sta sviluppando, non è più possibile un nuovo momento umanista che possa inaugurarsi "dall’alto" dei vertici del [[potere]] politico, economico o culturale. Si suppone che ciò si manifesterà come conseguenza dell'aumento di disordine nel sistema chiuso e vedrà come protagonista la base sociale che pur subendo la generale [[destrutturazione]], risulterà in grado di far crescere organizzazioni autonome minime mosse dalle loro necessità immediate. Queste azioni precise sono oggi nelle condizioni di trasformarsi in | Nel configurarsi della civiltà globale chiusa (vedi [[mondializzazione]]) che oggi si sta sviluppando, non è più possibile un nuovo momento umanista che possa inaugurarsi "dall’alto" dei vertici del [[potere]] politico, economico o culturale. Si suppone che ciò si manifesterà come conseguenza dell'aumento di disordine nel sistema chiuso e vedrà come protagonista la base sociale che pur subendo la generale [[destrutturazione]], risulterà in grado di far crescere organizzazioni autonome minime mosse dalle loro necessità immediate. Queste azioni precise sono oggi nelle condizioni di trasformarsi in [[effetto dimostrazione]] grazie all'accorciamento dello spazio, consentito dallo sviluppo tecnologico e, in particolare, dall'incremento delle comunicazioni. Il sincronizzarsi a livello mondiale della contestazione operata da una ristretta fascia generazionale negli anni Sessanta e in parte dei Settanta è stato un sintomo di questo genere di fenomeni. Un altro caso è quello di sconvolgimenti sociali capaci di sincronizzarsi tra punti geografici molto distanti. | ||
[[effetto dimostrazione]] grazie all'accorciamento dello spazio, consentito dallo sviluppo tecnologico e, in particolare, dall'incremento delle comunicazioni. Il sincronizzarsi a livello mondiale della contestazione operata da una ristretta fascia generazionale negli anni Sessanta e in parte dei Settanta è stato un sintomo di questo genere di fenomeni. Un altro caso è quello di sconvolgimenti sociali capaci di sincronizzarsi tra punti geografici molto distanti. | |||
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Versione delle 21:10, 20 lug 2015
Situazione storica in cui una generazione più giovane lotta contro la generazione insediata al potere, modificando lo schema antiumanista dominante. Spesso questo momento viene identificato con la rivoluzione sociale. Il momento umanista acquista pieno significato se inaugura una fase in cui generazioni successive possano adattare e approfondire le proposte su cui si fonda quel processo. Spesso il momento umanista viene cancellato dalla stessa generazione che era giunta al potere con l'intenzione di produrre un mutamento di schema. Accade anche che la generazione che apre il momento umanista fallisca nel proprio progetto. Alcuni hanno voluto vedere nella coscienza sociale di diverse culture l'apparire di momenti umanisti, rappresentati da una persona o da un insieme di persone che cercano di istituzionalizzarli a partire del potere (politico, religioso, culturale ecc.) e in un modo elitario e “dall’alto”. Uno degli esempi storici rilevati è quello di Akhenaton nell'antico Egitto. Quando tentò di imporre le proprie riforme, la reazione della generazione spodestata fu immediata. Tutti i cambiamenti strutturali avviati furono distrutti e ciò provocò, tra l'altro, l'esodo di popoli che partendo dalla terra d'Egitto portarono con sé i valori di quel momento umanista. Anche in culture poco conosciute in profondità, si è potuto osservare questo fenomeno rappresentato, per esempio, nell'America centrale precolombiana dalla figura del governatore tolteca della città di Tula, Topiltzin, a cui è attribuita l'introduzione dellatteggiamento umanista definito “toltecayotl”. Altrettanto avvenne con il governatore di Chichén-Itzá e fondatore della città di Mayapán, di nome Kukulkán. E ancora con Metzahualcóyotl, a Texcoco, si osserva l'inizio di un nuovo momento umanista. Nell'America meridionale precolombiana, la stessa tendenza appare nell'Inca Cuzi Yupanqui, che ricevette il nome di Pachacútec, “riformatore”, e in Túpac Yupanqui. I casi si moltiplicano man mano che le culture sono più conosciute e, naturalmente, si mette in discussione la visione storica lineare del XIX secolo.
D'altra parte, l'azione dei grandi riformatori religiosi è stata interpretata come l'apertura di un momento umanista, proseguito in una nuova fase e perfino in una nuova civiltà in cui ha finito per deviare e annullare la direzione iniziale.
Nel configurarsi della civiltà globale chiusa (vedi mondializzazione) che oggi si sta sviluppando, non è più possibile un nuovo momento umanista che possa inaugurarsi "dall’alto" dei vertici del potere politico, economico o culturale. Si suppone che ciò si manifesterà come conseguenza dell'aumento di disordine nel sistema chiuso e vedrà come protagonista la base sociale che pur subendo la generale destrutturazione, risulterà in grado di far crescere organizzazioni autonome minime mosse dalle loro necessità immediate. Queste azioni precise sono oggi nelle condizioni di trasformarsi in effetto dimostrazione grazie all'accorciamento dello spazio, consentito dallo sviluppo tecnologico e, in particolare, dall'incremento delle comunicazioni. Il sincronizzarsi a livello mondiale della contestazione operata da una ristretta fascia generazionale negli anni Sessanta e in parte dei Settanta è stato un sintomo di questo genere di fenomeni. Un altro caso è quello di sconvolgimenti sociali capaci di sincronizzarsi tra punti geografici molto distanti.