Antiumanesimo filosofico

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antiumanesimo filosofico I pensatori esistenzialisti, basandosi sulla descrizione tracciata dagli studiosi del XIX secolo, sostennero che l'umanesimo era una filosofia, dando così motivo ai loro oppositori per consolidare il proprio antiumanesimo filosofico. Le critiche provenivano soprattutto dalle fila dello strutturalismo e del marxismo conservatore. In realtà, già F. Nietzsche aveva tracciato alcune premesse che vennero in seguito usate da C. Lévi-Strauss e da M. Foucault. La critica di M. Heidegger all'umanesimo si inserisce anch'essa nell'antiumanesimo filosofico.

Nell'ambito del marxismo, L. Althusser ha sostenuto la tesi dei “due Marx”: il giovane Marx, ancora “ideologo”, e il Marx maturo, realmente “scientifico”. Le conseguenze che il filosofo francese ha tratto da questa dicotomia sono le seguenti: “Ogni pensiero che riconduca a Marx per instaurare, in un modo o nell'altro, un'antropologia o un umanesimo filosofici, 'teoricamente' non sarebbe altro che polvere. Ma in pratica, edificherebbe un monumento di ideologia premarxista che peserebbe gravemente sulla storia reale e potrebbe trascinarla in una strada senza uscita [...]. Una politica marxista (eventuale) dell'ideologia umanista, cioè un atteggiamento politico di fronte all'umanesimo (politica che può essere il rifiuto o la critica, l'uso o il sostegno, lo sviluppo o il rinnovamento delle forme attuali dell'ideologia umanista in campo 'etico-politico'), non è possibile se non a condizione di essere fondata sulla filosofia marxista, la cui premessa è l'antiumanesimo teorico”.

Abitualmente, l'antiumanesimo filosofico formula la propria critica all'umanesimo basandosi su un rigido scientismo. Il Nuovo Umanesimo accetta numerose critiche che vengono rivolte contro l'umanesimo tradizionale, ma incoraggia la revisione non soltanto dell'idea di “essere umano”, tipica del XIX secolo, ma anche dell'idea di “scienza”, inerente la stessa epoca.