Forum Umanista di Budapest

Da humanipedia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il Forum Umanista di Budapest si è svolto nei giorni 27 e 28 Novembre 2004.


manifesto del Forum

L’Europa delle culture, l’Europa della diversità, L’Europa solidale L’Europa non è un popolo. Non è neanche un’unità socio-economica chiusa e immobile, né una fortezza rinserrata nelle sue frontiere.


Come umanisti, riconosciamo nell’Europa l’erede dei contributi di innumerevoli popoli e culture che si sono incontrati in questo spazio comune e, mescolandosi e interagendo, hanno permesso l’avanzamento e l’ampliamento dell’orizzonte dello spirito umano.

La nostra storia si è formata con un continuo intreccio di influenze, di invasioni, di guerre, di momenti di oscurantismo e di momenti di grande sviluppo umano e sociale.

Oggi, agli albori di un nuovo mondo, l’Europa sta convergendo e il Sì latente dei suoi popoli si prepara a compiere un salto senza precedenti nella storia. Anche il No degli interessi meschini, però, appare oscurando il futuro.

Il Sì dei popoli europei punta ad un futuro aperto e differente, a un mosaico di popoli e culture, a ciò che può arricchire la nuova Europa che sta nascendo.

Il No degli interessi meschini vuole soggiogare tutto ciò che è ampio e diverso, riducendo il nostro spazio comune, l’Europa, ad un luogo chiuso dove un materialismo stupido e crudele soffoca il volo dello spirito umano.

Il Sì dei popoli europei punta a ciò che è nuovo e prefigura la futura Nazione Umana Universale.

L’Europa si trova a un bivio: sarà in grado di tirare fuori il meglio da se stessa? Sarà capace di imparare di nuovo, di unire volontà e sforzi e di compiere un nuovo balzo in avanti nella propria storia?

Oggi, davanti a questo futuro vibrante che ci pone di fronte a un bivio, esprimiamo un impegno e un’aspirazione legati alla nascente Nazione Umana Universale.

Ripudiamo ogni forma di violenza fisica, economica, razziale, religiosa, morale e psicologica.

Ripudiamo ogni forma culturale che svuoti l’essere umano della sua essenza e lo converta in mero oggetto.

Rivendichiamo la necessità di lottare per un futuro giusto e non-violento e ci ribelliamo alla tirannia di questo sistema disumanizzante, che al di là del trionfo riservato a pochi, lascia milioni di persone nella miseria sociale, morale e spirituale.

Riconosciamo il fallimento di una civiltà basata sulla violenza e ci disponiamo a costruire una nuova civiltà umana, basata sul principio morale:

Tratta gli altri come vuoi essere trattato.

Ci impegniamo a esprimere e portare ad altri queste idee e queste parole, che sono anche un sentimento. Un sentimento che viene dal profondo e una sensibilità che dichiara:

Sì all’Europa dell’apertura, all’Europa delle culture, all’Europa dei nuovi tempi.