Credenza

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struttura di ideazione antepredicativa su cui si basano altre strutture che appaiono come “razionali”. La credenza determina il campo, la prospettiva che si sceglie per sviluppare un'idea o un sistema di idee. Nel caso del dialogo, anche di quello più razionale, le parti che dialogano danno per acquisite proposizioni non dimostrate e di cui ci si serve senza discussione. In questo caso si parla di “predialogici”. La credenza determina sia gli usi e costumi sia l'organizzazione del linguaggio, o l'illusione di un mondo che si considera “reale”, ma che si osserva sulla base dei limitati parametri stabiliti da una determinata prospettiva storica. Di solito questa prospettiva esclude tutte le altre.

Il sistema di credenze si modifica man mano che cambia il “livello” storico delle generazioni, con cui si modifica anche la prospettiva, il “punto” da dove si può o si vuole osservare il mondo (personale, sociale, scientifico, storico ecc.). È questo mutamento di prospettiva a consentire il sorgere di nuove idee. Le idee recenti si basano sul nuovo livello storico e stabiliscono compresentemente nuovi antepredicativi, nuove proposizioni che non si discutono più e che danno luogo a nuove credenze. A titolo di esempio, si può prendere in considerazione quanto è accaduto in Occidente fino a poco tempo fa: affermare che una conoscenza era “scientifica”, risultava sufficiente per sostenere una posizione e per squalificare quella opposta in quanto “ascientifica” (scienza). Varie generazioni si sono impegolate in questa discussione, fino a che non si è cominciato a discutere la credenza su cui si basavano gli espedienti scientificisti. Quando si è compreso che ogni teoria scientifica era, essenzialmente, una costruzione che consentiva di approssimarsi alla realtà ma non era la realtà in sé, la prospettiva scientificista ha cominciato a cambiare. Ma questo cambiamento ha dato luogo, a sua volta, al sorgere di correnti neoirrazionaliste.