Pratica operativa, conseguenze immediate della
A) Normalizzazione della coscienza ed in particolare del livello di veglia attraverso l’eliminazione o guarigione della sofferenza. Questa eliminazione si realizza quando si comprendono i meccanismi d’illusione che generano la sofferenza stessa. Per far questo, è necessario far cessare – anche se provvisoriamente – i vissuti dolorosi. Quest’ultimo è l’obiettivo pratico immediato della pratica operativa, che permette di progredire nella comprensione, ottenendo vissuti vivi del superamento della sofferenza. Così, questa normalizzazione è il passo più importante nella comprensione del problema, e questo è il primo passo verso l’autoliberazione. B) La pratica operativa permette di comprendere meglio il proprio processo personale diretto verso l’autoliberazione e, oltre essa, verso l’ampliamento e lo sviluppo della coscienza. C) La pratica operativa permette di comprendere fenomeni psichici individuali e collettivi, che sono la manifestazione di tensioni e di climi legati alla sofferenza distruttiva e che conducono in una direzione opposta a quella della mente e della vita. Per comprendere tali fenomeni, è necessario considerare quei vissuti interni che risultano universalmente validi in ragione del fatto che la struttura fisica e psichica di tutti gli esseri umani è la stessa. Questi vissuti universali riguardano: 1. Le caratteristiche d’illuminazione dello spazio di rappresentazione in dormiveglia e sogno. Come norma generale, le parti alte di tale spazio risultano sempre chiare e quelle basse sempre oscure. 2. La conformazione dello spazio di rappresentazione in dormiveglia e nel sogno. I contenuti che appaiono nel dormiveglia e nel sogno sono collocati nella cappa più interna dello spazio di rappresentazione che li circonda e li avvolge. Questi contenuti sembrano essere osservati dal fondo di tale spazio. 3. Determinati luoghi, esseri e fenomeni che si presentano nel dormiveglia e nel sogno come categorie generali in tutti gli esseri umani.
Le caratteristiche proprie dello spazio di rappresentazione nel sogno e nel dormiveglia in certe occasioni invadono la veglia: il mondo viene percepito, allora, all’interno di uno spazio di rappresentazione che, in realtà, corrisponde al sonno o al dormiveglia. In quelle occasioni, anche i luoghi, gli esseri e i fenomeni caratteristici degli altri due livelli irrompono nella veglia in modo illusorio o talvolta addirittura allucinatorio. Questo fatto è molto importante perché sono essi che, nel rapporto del soggetto con gli oggetti esterni, orientano le scelte, procurano e modulano la sensazione di gusto o di disgusto, spingono verso il possesso o il rifiuto. Questi esseri, entità e paesaggi interni, li abbiamo chiamati insogni.