Cerimonie del Messaggio di Silo
Nella seconda parte del libro Il Messaggio di Silo, chiamata "L'Esperienza", sono descritte otto cerimonie che si presentano per differenti casi e situazioni della vita personale e sociale.
Descrizione
Riportiamo il testo tratto da "Commenti al Messaggio di Silo" in cui si descrivono e commentano le 8 cerimonie contenute nel libro
Uffizio
La prima esperienza, conosciuta come "Uffizio", è una cerimonia sociale che si realizza su richiesta di un insieme di persone. I partecipanti chiamati "Ufficiante" e "Aiutante", stabiliscono una specie di dialogo ad alta voce che permette a tutti di seguire una stessa sequenza dal principio alla fine. Si tratta di un'esperienza che, utilizzando alcune tecniche di rilassamento, dà luogo rapidamente ad un insieme di immagini visive e cenestesiche che finiscono per assumere il carattere di una "forma sferica" in movimento, capace di liberare la Forza. Ad un certo punto si cita un Principio o pensiero de Lo Sguardo Interno come tema di meditazione. Infine, si realizza una Richiesta diretta verso ciò che ognuno sperimenta come la propria "necessità" più profonda.
Imposizione
In un'altra cerimonia, anch’essa sociale, conosciuta come "Imposizione" si lavora col registro della Forza in modo più diretto che nell’Uffizio. Non si ricorre all'evocazione né al registro della sfera. Non si legge neppure un Principio, né si suggerisce qualche tema di meditazione. Come nell’Uffizio, si mantiene invece una Richiesta.
Benessere
Una terza cerimonia, conosciuta come di "Benessere", si realizza anch’essa su richiesta dei presenti. Senza dubbio, si tratta di una posizione mentale in cui una o più persone vengono evocate, e si cerca di ricordare nel modo più vivido possibile la loro presenza ed i loro toni affettivi più caratteristici. Si cerca comprendere nel modo più intenso possibile le difficoltà che in quel momento possono vivere le persone evocate. Si passa poi a considerare un miglioramento della situazione in modo che si possa sperimentare il registro di sollievo corrispondente.
Questa cerimonia evidenzia un certo meccanismo di "buoni auspici" o di "buone intenzioni" con il quale ci esprimiamo molto frequentemente, quasi spontaneamente. Diciamo: "buona giornata", “cento di questi giorni", "che ti vada bene l’esame" o "ti auguro di uscire da questa difficoltà", ecc. È chiaro che in questa cerimonia si fanno le "Richieste" a partire da una buona disposizione mentale che mette enfasi su intensi registri affettivi. La "Richiesta" di benefici per altri, realizzata nelle migliori condizioni, ci pone in una posizione mentale nella quale ci predisponiamo a dare l’aiuto necessario il che migliora, inoltre, la nostra direzione mentale rafforzando in noi le possibilità di comunicazione con gli altri.
Un punto molto importante da considerare rispetto alle "Richieste", è quello di effettuarle con il fine che altri possano superare le difficoltà e ristabilire le loro migliori possibilità. Su questo, non ci deve essere confusione. Vediamo un caso. Si potrebbe supporre che una Richiesta per il recupero della salute di un moribondo sia la cosa più adeguata, poiché si sta tentando di sottrarre al dolore e alla sofferenza la persona che ne è colpita; ma, mettendo a fuoco tale Richiesta, si deve prestare molta attenzione, perché non si tratta di chiedere la cosa migliore per noi stessi, che vorremmo mantenere la persona colpita dalla malattia in buona salute e vicino a noi. La richiesta corretta dovrebbe puntare a ciò che è meglio per quel moribondo e non a ciò che è meglio per noi stessi. In questa situazione, in cui siamo legati dall'affetto per quel moribondo che soffre, dovremmo forse considerare che quella persona può desiderare di uscire dalla sua situazione, riconciliata ed in pace con sé stessa. In questo caso, la richiesta è per “ciò che è meglio per la persona malata" e non per ciò che è meglio per me, che vorrei trattenere l'altra persona ad ogni costo. Cosicché la Richiesta per l’altro deve considerare che cosa è meglio per l’altro e non per me.
Questa cerimonia si conclude, per coloro che lo desiderino, col fare sentire la presenza di quegli esseri molto cari che "benché non siano qui, nel nostro tempo e nel nostro spazio" sono o sono stati in relazione con noi nell'esperienza dell'amore, della pace e della calda allegria.
Infine, con questa cerimonia si pretende di creare una corrente di benessere per tutti i presenti che sono orientati in una stessa direzione.
Alla quarta cerimonia, chiamata di "Protezione", partecipano Ufficiante, Aiutante, familiari e conoscenti dei bambini a cui è dedicata. Le spiegazioni su formalità e significati si danno durante lo svolgimento di questa cerimonia di cambiamento di stato.
La quinta cerimonia, di "Matrimonio", è anch’essa di natura sociale e perciò si celebra di solito con la partecipazione di numerose coppie che desiderano unirsi e dare testimonianza pubblica del loro cambiamento di stato. Come nella cerimonia di Protezione, si danno anche in questo caso spiegazioni su formalità e significati durante tutto il suo svolgimento.
Assistenza
La sesta cerimonia, chiamata di "Assistenza" è essenzialmente individuale. Come si spiega per ambientare le parole dell'Ufficiante "Questa è una cerimonia di grande affetto ed esige che chi la realizza dia il meglio di sé. La cerimonia può essere ripetuta a richiesta dell’interessato o di chi si occupa di lui. L’Ufficiante da solo con il moribondo. Qualunque sia l’apparente stato di lucidità o di incoscienza del moribondo, l’Ufficiante si avvicina a lui parlando lentamente, con voce dolce e chiara". Numerose frasi che legge l'Ufficiante derivano dal capitolo XIV de Lo Sguardo Interno, intitolato “La Guida del Cammino Interno". La sequenza, le immagini e le allegorie che si espongono hanno la struttura di un'esperienza guidata profonda.
Morte
La settima cerimonia, di "Morte", è condotta dall'Ufficiante, come nella cerimonia di Assistenza. Tuttavia, si tratta di una cerimonia sociale destinata a parenti, amici e conoscenti del deceduto.
Riconoscimento
L'ottava ed ultima cerimonia, chiamata di "Riconoscimento", è condotta da un Ufficiante ed un Aiutante. Nell'ambientazione si spiega che si tratta di una cerimonia di inclusione nella Comunità… Inclusione per esperienze comuni, per ideali, atteggiamenti e procedimenti condivisi. Si realizza su richiesta di un insieme di persone e dopo di un Uffizio. Coloro che partecipano devono contare sul testo che è stato distribuito prima. Questa cerimonia ha la struttura di una testimonianza collettiva.
Storia
Nonostante le Cerimonie vengano rese pubbliche dal loro Autore in occasione della diffusione del Messaggio ma loro redazione e la loro pratica è sicuramente più antica e versioni di queste cerimonie sono presenti nella storia del siloismo fin dagli anni '70.
La cerimonia sicuramente più "moderna" è la Cerimonia di Benessere che si è realizzata per la prima volta nell'ottobre del 2001 in occasione del funerale di Salvatore Puledda; la cerimonia era circolata sulla rete pochi giorni prima.