Morte: differenze tra le versioni

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Osserviamo che il fenomeno della morte suscita forti vissuti istintivi, vincolati cioè ai livelli di coscienza più bassi. Tutte le valutazioni e le considerazioni che vengono fatte sulla morte dipendono: A) Dalla difficoltà psicologica di rappresentare se stessi morti e quindi senza sensazioni. B) Dalla paura del [[dolore]] che sorge quando si considera il modo in cui verranno trattati i resti mortali. In entrambi questi casi, quando si suppone che le sensazioni non cessino con la morte, si genera un sistema di [[immagine|immagini]] illusorie che procurano [[dolore]] e [[sofferenza]]. Il [[vissuto]] fisico della paura della morte è esclusivamente un prodotto dell'[[immaginazione]], che elabora in modo allucinatorio ciò che succede quando si muore. Immaginare che dopo la morte si continuerà ad avere sensazioni di attività è fonte di [[sofferenza]]. La [[sofferenza]] causata dal tema della morte è anche in rapporto con il [[vissuto]] di possesso; in questo caso si tratta del [[possesso]] di se stessi, del proprio corpo. Il [[vissuto]] di [[possesso]] genera tensione e quindi [[sofferenza]]. In alcuni casi, l'idea che la morte produrrà una distensione completa ed una perdita definitiva di tutto - intese come perdita totale dei vissuti di tensione e come disintegrazione dell'[[io]] - genera il desiderio di permanenza. Ma anche in questi casi, alla base di tale idea c'è il [[possesso]], che genera [[sofferenza]]. Lo stesso accade quando si considera la morte degli altri (V. [[sofferenza]]).
Osserviamo che il fenomeno della morte suscita forti vissuti istintivi, vincolati cioè ai livelli di coscienza più bassi. Tutte le valutazioni e le considerazioni che vengono fatte sulla morte dipendono:  
 
A) Dalla difficoltà psicologica di rappresentare se stessi morti e quindi senza sensazioni.  
 
B) Dalla paura del [[dolore]] che sorge quando si considera il modo in cui verranno trattati i resti mortali.  
 
In entrambi questi casi, quando si suppone che le sensazioni non cessino con la morte, si genera un sistema di [[immagine|immagini]] illusorie che procurano [[dolore]] e [[sofferenza]]. Il [[vissuto]] fisico della paura della morte è esclusivamente un prodotto dell'[[immaginazione]], che elabora in modo allucinatorio ciò che succede quando si muore. Immaginare che dopo la morte si continuerà ad avere sensazioni di attività è fonte di [[sofferenza]]. La [[sofferenza]] causata dal tema della morte è anche in rapporto con il [[vissuto]] di possesso; in questo caso si tratta del [[possesso]] di se stessi, del proprio corpo. Il [[vissuto]] di [[possesso]] genera tensione e quindi [[sofferenza]]. In alcuni casi, l'idea che la morte produrrà una distensione completa ed una perdita definitiva di tutto - intese come perdita totale dei vissuti di tensione e come disintegrazione dell'[[io]] - genera il desiderio di permanenza. Ma anche in questi casi, alla base di tale idea c'è il [[possesso]], che genera [[sofferenza]]. Lo stesso accade quando si considera la morte degli altri (V. [[sofferenza]]).


[[categoria: glossario di Autoliberazione]]
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[[categoria: psicologia]]
[[categoria: psicologia]]

Versione attuale delle 23:07, 8 giu 2024

Osserviamo che il fenomeno della morte suscita forti vissuti istintivi, vincolati cioè ai livelli di coscienza più bassi. Tutte le valutazioni e le considerazioni che vengono fatte sulla morte dipendono:

A) Dalla difficoltà psicologica di rappresentare se stessi morti e quindi senza sensazioni.

B) Dalla paura del dolore che sorge quando si considera il modo in cui verranno trattati i resti mortali.

In entrambi questi casi, quando si suppone che le sensazioni non cessino con la morte, si genera un sistema di immagini illusorie che procurano dolore e sofferenza. Il vissuto fisico della paura della morte è esclusivamente un prodotto dell'immaginazione, che elabora in modo allucinatorio ciò che succede quando si muore. Immaginare che dopo la morte si continuerà ad avere sensazioni di attività è fonte di sofferenza. La sofferenza causata dal tema della morte è anche in rapporto con il vissuto di possesso; in questo caso si tratta del possesso di se stessi, del proprio corpo. Il vissuto di possesso genera tensione e quindi sofferenza. In alcuni casi, l'idea che la morte produrrà una distensione completa ed una perdita definitiva di tutto - intese come perdita totale dei vissuti di tensione e come disintegrazione dell'io - genera il desiderio di permanenza. Ma anche in questi casi, alla base di tale idea c'è il possesso, che genera sofferenza. Lo stesso accade quando si considera la morte degli altri (V. sofferenza).