https://it.humanipedia.org/api.php?action=feedcontributions&user=Humanipedia&feedformat=atomhumanipedia - Contributi dell'utente [it]2024-03-28T19:34:29ZContributi dell'utenteMediaWiki 1.39.6https://it.humanipedia.org/index.php?title=Aprile,_10&diff=33392Aprile, 102020-04-10T13:46:17Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1937 nasce a Mosca Achmadulina Bella Achatovna<br />
* 1998 Belfast: firma del Belfast Agreement, noto anche come Accordo del Venerdì Santo (Good Friday Agreement) passo importante del processo di pace in Irlanda del Nord<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Aprile,_8&diff=33382Aprile, 82020-04-08T13:00:13Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* Giornata internazionale dei Rom, Sinti e Camminanti istituita nel 1990<br />
* 2010 Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente della Russia Dmitri Medvedev firmano nella sala Spagnola del Castello di Praga il trattato sulla riduzione delle armi strategiche<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Essere_Umano&diff=33372Essere Umano2020-04-06T08:09:28Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Il riferimento dell'essere umano in situazione è il proprio corpo. In esso il suo momento soggettivo si pone in rapporto con l'oggettività e attraverso esso si può comprendere come “interiorità” o “esteriorità” secondo la direzione che dà alla propria [[intenzione]], al proprio “[[sguardo]]”. Di fronte all'essere umano si trova tutto ciò che non è esso stesso e che non risponde alle sue intenzioni se non attraverso il corpo. Quindi, il mondo in generale e altri corpi umani di fronte ai quali il corpo stesso può agire e registra la sua azione, pongono le condizioni in cui si costituisce l'essere umano. Tali condizionamenti si presentano anche come possibili nel [[futuro]] e nella relazione futura con il corpo stesso. In questo modo, la situazione presente può essere considerata come modificabile in futuro. Il mondo viene sperimentato come esterno al corpo, ma il corpo è visto anche come parte del mondo poiché è in esso che agisce ed è da questo che riceve la sua azione. La corporeità è anche qualcosa che cambia e, in questo senso, è una configurazione temporale, una storia viva lanciata verso l'azione, verso la possibilità futura. Il corpo, per la coscienza umana, diventa protesi dell'[[intenzione]], risponde all'[[intenzione]], in senso temporale e in senso spaziale. Temporalmente, in quanto può attualizzare in futuro il possibile dell'[[intenzione]]; spazialmente, in quanto rappresentazione e immagine dell'[[intenzione]].<br />
<br />
In questo divenire, gli oggetti sono ampliamenti delle possibilità corporali e i corpi altrui appaiono come moltiplicazioni di quelle possibilità, in quanto sono governati da intenzioni che si riconoscono simili a quelle che guidano il corpo stesso. Ma perché l'essere umano avrebbe bisogno di trasformare il mondo e di trasformare se stesso? Per la situazione di finitezza e di carenza temporo-spaziale in cui si trova e che registra, secondo diversi condizionamenti, come [[dolore]] (fisico) e [[sofferenza]] (mentale). Così il superamento del [[dolore]] non è semplicemente una risposta animale, ma una configurazione temporale in cui primeggia il futuro e che si trasforma in un impulso fondamentale della vita, anche se questa non si trova minacciata in un determinato momento. Perciò, al di là della risposta immediata, riflessa e naturale, la risposta differita e la costruzione per evitare il dolore sono spinte dalla [sofferenza]] di fronte al pericolo e sono rappresentate come possibilità future o attualità in cui il [[dolore]] è presente in altri esseri umani. Il superamento del [[dolore]], dunque, appare come un progetto di base che guida l'azione. È quella [[intenzione]] che ha reso possibile la comunicazione tra corpi e intenzioni diverse in quella che chiamiamo la “costituzione sociale”. La costituzione sociale è storica quanto la vita umana, configura la vita umana. La sua trasformazione è continua ma in modo diverso da quello della natura. In quest'ultima non si verificano cambiamenti tramite intenzioni. Si presenta come “risorsa” per superare il [[dolore]] e la [sofferenza]] e come “pericolo” per la costituzione umana, per cui il destino della natura stessa è quello di essere umanizzata, intenzionata. E il corpo, in quanto natura, in quanto pericolo e limitazione, reca in sé lo stesso disegno: essere intenzionalmente trasformato, non solo in posizione ma anche in disponibilità motoria; non solo in esteriorità ma in interiorità; non solo in confronto ma in adattamento.<br />
<br />
In una conferenza divulgativa tenuta il 23 maggio 1991, (attualmente inclusa nel libro "[[Discorsi]]) [[Silo]] ha spiegato le sue idee più generali sull'essere umano in questi termini: <br />
<br />
“Quando mi osservo, non da un punto di vista fisiologico ma da un punto di vista esistenziale, riconosco di trovarmi in un mondo già dato, da me né costruito né scelto, di trovarmi in-situazione nei confronti di fenomeni che, a partire dal mio proprio corpo, mi risultano ineludibili. Il corpo, poi, come elemento costitutivo della mia esistenza è un fenomeno omogeneo al mondo naturale sul quale agisce e dal quale è “agito”. Ma la naturalità del corpo mi si presenta molto diversa da quella di tutti gli altri fenomeni naturali; infatti: 1. del corpo ho un [[vissuto]] diretto, immediato; 2. attraverso il corpo ho un vissuto dei fenomeni esterni; 3. grazie alla mia [[intenzione]], ho una disponibilità immediata di alcune delle operazioni che il corpo è in grado di compiere. Il mondo, d’altra parte, mi si presenta non tanto come un agglomerato di oggetti naturali bensì come un'articolazione di esseri umani e di oggetti e segni da essi prodotti o modificati. L'[[intenzione]] che avverto in me mi appare come un elemento interpretativo fondamentale del comportamento degli altri; e proprio come costituisco il mondo sociale comprendendone le intenzioni, così da esso sono costituito. Ovviamente stiamo parlando di intenzioni che si manifestano attraverso azioni corporee. È grazie alle espressioni corporee o alla [[percezione]] della situazione in cui l'altro si trova che posso comprenderne i significati, le intenzioni. Inoltre, gli oggetti naturali e quelli umani mi producono o piacere o dolore; per questo cerco sempre di modificare la mia collocazione rispetto ad essi, nel senso che cerco di allontanarmi da ciò che mi risulta doloroso e di avvicinarmi a ciò che mi risulta piacevole. Pertanto non sono affatto chiuso al mondo naturale ed umano: anzi, la mia caratteristica fondamentale è precisamente l'"apertura". La mia coscienza si è configurata su una base intersoggettiva: usa codici di ragionamento, modelli emotivi, schemi di azione che sento come "miei" ma che riconosco anche in altri. E, ovviamente, il mio corpo è aperto al mondo in quanto il mondo io lo percepisco e su di esso agisco.[...].<br />
<br />
“Il mondo naturale, a differenza dell'umano, mi appare privo di [[intenzione|intenzioni]]. Posso - è ovvio - immaginare che le pietre, le piante o le stelle possiedano un'[[intenzione]], ma in ogni caso, un effettivo dialogo con esse mi risulta impossibile. Anche gli animali, nei quali a volte scorgo la scintilla dell'intelligenza, mi appaiono impenetrabili, soggetti a trasformazioni lente e sempre all'interno di quella che è la loro natura. Vedo [[società]] di insetti totalmente strutturate e mammiferi superiori che usano rudimenti tecnici, ma tutti ripetono i loro codici come se fossero sempre i primi rappresentanti delle loro rispettive specie. E nelle virtù dei vegetali e degli animali modificati ed addomesticati dall'uomo, riconosco l'[[intenzione]] umana ed il suo avanzare nell’opera di umanizzazione del mondo.<br />
<br />
“[...]Definire l’uomo sulla base della sociabilità mi risulta insoddisfacente in quanto questo aspetto è comune a numerose specie animali; né la sua caratteristica fondamentale può essere trovata nella capacità lavorativa perché esistono animali che possiedono questa capacità ad un livello molto superiore; né a definire l’essenza umana basta il linguaggio, perché sappiamo che in varie specie animali esistono codici e forme di comunicazione. In cambio, nel fatto che ogni nuovo essere umano trova un mondo modificato da altri e viene costituito da un mondo sempre dotato di intenzioni, scopro la capacità più propriamente umana di accumulare ed incorporare la dimensione temporale; scopro cioè la dimensione storico-sociale e non semplicemente sociale dell’essere umano. Date queste premesse, tenterò una definizione. Questa: "L'uomo è un essere storico che trasforma la propria natura attraverso l’attività sociale." Ma se ammetto come valida questa definizione, dovrò ammettere che l’essere umano può trasformare intenzionalmente anche la propria struttura fisica. Ma questo sta già accadendo. L’uomo ha iniziato tale processo utilizzando "protesi" esterne, cioè degli strumenti posti davanti al suo corpo, che gli hanno permesso di ampliare le funzioni delle mani, di affinare i sensi, di aumentare la potenza e la qualità del suo lavoro. Dal punto di vista naturale, l’uomo non era adatto alla vita nell'acqua o nell'aria, ciò nonostante è stato capace di creare le condizioni per muoversi in esse ed oggi sta addirittura iniziando a dar forma concreta ad una possibilità estrema, quella di emigrare dal proprio [[ambiente]] naturale, il pianeta Terra. Oggi, inoltre, l’uomo sta intervenendo sul suo stesso corpo sostituendone gli organi, modificando la chimica cerebrale, sviluppando la fecondazione in vitro, manipolando i geni. Se con l'idea di "natura" umana si è voluto indicare ciò che c’è di stabile nell'essere umano, tale idea oggi risulta inadeguata, anche se la si applica alla parte più oggettuale dell'essere umano stesso, vale a dire il corpo. Per quando riguarda poi la validità di espressioni quali "morale naturale", "diritto naturale", o istituzioni naturali, riteniamo che in questi campi tutto sia storico-sociale e nulla vi esista "naturalmente". [...]”.<br />
<br />
L’idea di “natura” umana si è sviluppata parallelamente all’idea che la [[coscienza]] fosse passiva. Secondo questo modo di pensare, l'uomo è un'entità che agisce in risposta agli stimoli del mondo naturale. All’inizio, una tale concezione si è manifestata nella forma di un sensualismo grossolano; questo è stato a poco a poco sostituito da correnti storicistiche che hanno però mantenuto al loro interno la posizione che esso sosteneva riguardo alla passività della coscienza. E tra tali correnti, persino quelle che privilegiavano l'attivismo e la trasformazione del mondo all'interpretazione dei fatti, hanno concepito l’attività umana come il risultato di condizioni esterne alla coscienza.[...].<br />
<br />
Questi vecchi pregiudizi sulla natura umana e sulla passività della [[coscienza]] oggi riappaiono e tentano di imporsi in una nuova veste, quella del neo-evoluzionismo che ha come criteri distintivi la lotta per la sopravvivenza e la selezione naturale che privilegia il più forte. Nella sua versione più recente, tale concezione zoologica, trapiantata nel mondo umano, abbandona le dialettiche basate sulla razza e la [[classe]] sociale che ne caratterizzavano le precedenti espressioni, e passa a sostenere una dialettica basata su leggi economiche naturali che autoregolerebbero tutta l'attività sociale. Così, ancora una volta, l'essere umano concreto scompare dalla vista ed è trasformato in cosa.<br />
<br />
[...]Abbiamo elencato le concezioni che, per spiegare l'uomo, partono da dati teorici generali e sostengono l'esistenza di una natura umana e la passività della [[coscienza]]. Noi, al contrario, sosteniamo la necessità di partire dalla specificità umana; sosteniamo che l’essere umano è un fenomeno storico-sociale e non naturale, ed inoltre affermiamo che la coscienza umana è attiva e trasforma il mondo sulla base dell’[[intenzione]]. Abbiamo inteso la vita umana in-situazione ed il corpo come un oggetto naturale percepito direttamente e direttamente sottoposto a numerosi dettami dell’[[intenzione]]. A questo punto si impongono le seguenti domande: in che senso la [[coscienza]] umana è attiva, secondo quali modalità, cioè, è in grado di applicare le proprie intenzioni al corpo e attraverso di esso trasformare il mondo? In secondo luogo, secondo quali modalità la costituzione umana è storico-sociale? Queste domande devono trovare risposta a partire dall'esistenza individuale se non vogliamo ricadere in generalità teoriche, dalle quali successivamente verrà fatto derivare un sistema di interpretazioni. Di conseguenza, per rispondere alla prima domanda si dovrà cogliere con evidenza immediata come l'[[intenzione]] agisca sul corpo, e per rispondere alla seconda bisognerà partire dall'evidenza della temporalità e dell’intersoggettività dell'essere umano, e non da leggi generali della Storia e della [[società]].”<br />
<br />
[[Silo]] sviluppa questi due temi nei suoi [[Contributi al pensiero]]. L'[[intenzione]] che agisce sul corpo attraverso il meccanismo di immagine costituirà il nucleo delle spiegazioni della sua [[Psicologia dell'immagine]]. Quindi affronterà il problema della temporalità nelle [[Discussioni storiologiche]].<br />
[[categoria: Dizionario del Nuovo Umanesimo]]<br />
[[categoria: Umanesimo]]<br />
[[categoria: siloismo]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Aprile,_5&diff=33362Aprile, 52020-04-05T13:26:15Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1930 Mahatma Gandhi conclude la Marcia del sale iniziata il 12 marzo<br />
<br />
* 1991 nuovo Statuto di Autonomia per la Corsica<br />
<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Marzo,_31&diff=33352Marzo, 312020-03-31T13:41:44Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1966 L'Unione Sovietica lancia Luna 10, il primo velivolo spaziale ad entrare nell'orbita lunare<br />
* 1991 Termina il Patto di Varsavia<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Dicembre,_15&diff=33342Dicembre, 152020-03-13T16:56:41Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1832 Nasce a Digione l'ingegnere francese Gustave Eiffel<br />
+ 1859 nasce a Białystok Ludwik Lejzer Zamenhof, inventore dell'Esperanto<br />
* 1891 James Naismith inventa la pallacanestro<br />
* 1966 L'astronomo Audouin Dollfus scopre Giano, satellite di Saturno<br />
* 1999 In Venezuela si svolge un referendum per l'adozione della nuova costituzione<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Aprile,_23&diff=33332Aprile, 232020-02-18T11:12:29Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1564 nasce a Stratford William Shakespeare<br />
* 1935 William Carothers inventa il Nylon<br />
* 1971 ribellione indigena in Alaska contro i test nucleari<br />
<br />
<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Aprile,_23&diff=33322Aprile, 232020-02-18T11:11:20Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1564 nasce a Stratford William Shakespeare<br />
* 1971 ribellione indigena in Alaska contro i test nucleari<br />
* 1935 William Carothers inventa il Nylon<br />
<br />
<br />
torna all'[[Almanacco della Nazione Umana Universale]]<br />
[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Almanacco_della_Nazione_Umana_Universale&diff=33312Almanacco della Nazione Umana Universale2020-02-18T11:10:09Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>L'Almanacco della Nazione Umana Universale è stata un'iniziativa del quartiere Utopia della città virtuale di Pegacity, in seguito riprodotto e ampliato da numerosi collaboratori su svariati siti web.<br />
<br />
Data la sua natura ipertestuale il comitato scientifico dell'Enciclopedia Umanista ha pensato di riprodurlo qui, rendendone possibile l'ampliamento. L'inserimento della vecchia versione è stato completato, qualunque ampliamento, correzione e suggerimento è gradito. Per scelta non mettiamo le date di morte di nessuno tranne nei casi (come quello della morte di Gandhi) in cui a tale data sia stata associata una ricorrenza. Si sta pensando a come integrarlo con [[altri calendari]] provenienti da altre culture non basate sul calendario in uso nel mondo occidentale.<br />
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|'''Gennaio'''<br />
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| [[Gennaio, 1|1]] || [[Gennaio, 2|2]] || [[Gennaio, 3|3]] || [[Gennaio, 4|4]] || [[Gennaio, 5|5]]<br />
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| [[Gennaio, 6|6]] || [[Gennaio, 7|7]] || [[Gennaio, 8|8]] || [[Gennaio, 9|9]] || [[Gennaio, 10|10]]<br />
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| [[Gennaio, 11|11]] || [[Gennaio, 12|12]] || [[Gennaio, 13|13]] || [[Gennaio, 14|14]] || [[Gennaio, 15|15]]<br />
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| [[Gennaio, 16|16]] || [[Gennaio, 17|17]] || [[Gennaio, 18|18]] || [[Gennaio, 19|19]] || [[Gennaio, 20|20]]<br />
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| [[Gennaio, 21|21]] || [[Gennaio, 22|22]] || [[Gennaio, 23|23]] || [[Gennaio, 24|24]] || [[Gennaio, 25|25]]<br />
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| [[Gennaio, 26|26]] || [[Gennaio, 27|27]] || [[Gennaio, 28|28]] || [[Gennaio, 29|29]] || [[Gennaio, 30|30]]<br />
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| [[Gennaio, 31|31]] <br />
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|| '''Febbraio'''<br />
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| [[Febbraio, 16|16]] || [[Febbraio, 17|17]] || [[Febbraio, 18|18]] || [[Febbraio, 19|19]] || [[Febbraio, 20|20]]<br />
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|| '''Marzo'''<br />
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| [[Marzo, 31|31]] <br />
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||'''Aprile'''<br />
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| [[Aprile, 11|11]] || [[Aprile, 12|12]] || [[Aprile, 13|13]] || [[Aprile, 14|14]] || [[Aprile, 15|15]]<br />
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|| '''Maggio'''<br />
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| [[Maggio, 1|1]] || [[Maggio, 2|2]] || [[Maggio, 3|3]] || [[Maggio, 4|4]] || [[Maggio, 5|5]]<br />
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| [[Maggio, 6|6]] || [[Maggio, 7|7]] || [[Maggio, 8|8]] || [[Maggio, 9|9]] || [[Maggio, 10|10]]<br />
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| [[Maggio, 11|11]] || [[Maggio, 12|12]] || [[Maggio, 13|13]] || [[Maggio, 14|14]] || [[Maggio, 15|15]]<br />
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| [[Maggio, 16|16]] || [[Maggio, 17|17]] || [[Maggio, 18|18]] || [[Maggio, 19|19]] || [[Maggio, 20|20]]<br />
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| [[Maggio, 31|31]] <br />
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|| '''Giugno'''<br />
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| [[Giugno, 1|1]] || [[Giugno, 2|2]] || [[Giugno, 3|3]] || [[Giugno, 4|4]] || [[Giugno, 5|5]]<br />
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| [[Giugno, 6|6]] || [[Giugno, 7|7]] || [[Giugno, 8|8]] || [[Giugno, 9|9]] || [[Giugno, 10|10]]<br />
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| [[Giugno, 11|11]] || [[Giugno, 12|12]] || [[Giugno, 13|13]] || [[Giugno, 14|14]] || [[Giugno, 15|15]]<br />
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| [[Giugno, 16|16]] || [[Giugno, 17|17]] || [[Giugno, 18|18]] || [[Giugno, 19|19]] || [[Giugno, 20|20]]<br />
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| [[Giugno, 21|21]] || [[Giugno, 22|22]] || [[Giugno, 23|23]] || [[Giugno, 24|24]] || [[Giugno, 25|25]]<br />
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| [[Giugno, 26|26]] || [[Giugno, 27|27]] || [[Giugno, 28|28]] || [[Giugno, 29|29]] || [[Giugno, 30|30]]<br />
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| '''Luglio'''<br />
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| [[Luglio, 1|1]] || [[Luglio, 2|2]] || [[Luglio, 3|3]] || [[Luglio, 4|4]] || [[Luglio, 5|5]]<br />
|-<br />
| [[Luglio, 6|6]] || [[Luglio, 7|7]] || [[Luglio, 8|8]] || [[Luglio, 9|9]] || [[Luglio, 10|10]]<br />
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| [[Luglio, 11|11]] || [[Luglio, 12|12]] || [[Luglio, 13|13]] || [[Luglio, 14|14]] || [[Luglio, 15|15]]<br />
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| [[Luglio, 16|16]] || [[Luglio, 17|17]] || [[Luglio, 18|18]] || [[Luglio, 19|19]] || [[Luglio, 20|20]]<br />
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| [[Luglio, 21|21]] || [[Luglio, 22|22]] || [[Luglio, 23|23]] || [[Luglio, 24|24]] || [[Luglio, 25|25]]<br />
|-<br />
| [[Luglio, 26|26]] || [[Luglio, 27|27]] || [[Luglio, 28|28]] || [[Luglio, 29|29]] || [[Luglio, 30|30]]<br />
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| [[Luglio, 31|31]] <br />
|}<br />
|| '''Agosto'''<br />
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| [[Agosto, 1|1]] || [[Agosto, 2|2]] || [[Agosto, 3|3]] || [[Agosto, 4|4]] || [[Agosto, 5|5]]<br />
|-<br />
| [[Agosto, 6|6]] || [[Agosto, 7|7]] || [[Agosto, 8|8]] || [[Agosto, 9|9]] || [[Agosto, 10|10]]<br />
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| [[Agosto, 11|11]] || [[Agosto, 12|12]] || [[Agosto, 13|13]] || [[Agosto, 14|14]] || [[Agosto, 15|15]]<br />
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| [[Agosto, 16|16]] || [[Agosto, 17|17]] || [[Agosto, 18|18]] || [[Agosto, 19|19]] || [[Agosto, 20|20]]<br />
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| [[Agosto, 21|21]] || [[Agosto, 22|22]] || [[Agosto, 23|23]] || [[Agosto, 24|24]] || [[Agosto, 25|25]]<br />
|-<br />
| [[Agosto, 26|26]] || [[Agosto, 27|27]] || [[Agosto, 28|28]] || [[Agosto, 29|29]] || [[Agosto, 30|30]]<br />
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| [[Agosto, 31|31]] <br />
|}<br />
|| '''Settembre'''<br />
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|| '''Ottobre'''<br />
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| [[Ottobre, 1|1]] || [[Ottobre, 2|2]] || [[Ottobre, 3|3]] || [[Ottobre, 4|4]] || [[Ottobre, 5|5]]<br />
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| [[Ottobre, 6|6]] || [[Ottobre, 7|7]] || [[Ottobre, 8|8]] || [[Ottobre, 9|9]] || [[Ottobre, 10|10]]<br />
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| [[Ottobre, 16|16]] || [[Ottobre, 17|17]] || [[Ottobre, 18|18]] || [[Ottobre, 19|19]] || [[Ottobre, 20|20]]<br />
|-<br />
| [[Ottobre, 21|21]] || [[Ottobre, 22|22]] || [[Ottobre, 23|23]] || [[Ottobre, 24|24]] || [[Ottobre, 25|25]]<br />
|-<br />
| [[Ottobre, 26|26]] || [[Ottobre, 27|27]] || [[Ottobre, 28|28]] || [[Ottobre, 29|29]] || [[Ottobre, 30|30]]<br />
|-<br />
| [[Ottobre, 31|31]] <br />
|}<br />
|| '''Novembre'''<br />
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|-<br />
| [[Novembre, 1|1]] || [[Novembre, 2|2]] || [[Novembre, 3|3]] || [[Novembre, 4|4]] || [[Novembre, 5|5]]<br />
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| [[Novembre, 11|11]] || [[Novembre, 12|12]] || [[Novembre, 13|13]] || [[Novembre, 14|14]] || [[Novembre, 15|15]]<br />
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| [[Novembre, 16|16]] || [[Novembre, 17|17]] || [[Novembre, 18|18]] || [[Novembre, 19|19]] || [[Novembre, 20|20]]<br />
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| [[Novembre, 26|26]] || [[Novembre, 27|27]] || [[Novembre, 28|28]] || [[Novembre, 29|29]] || [[Novembre, 30|30]]<br />
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|| '''Dicembre'''<br />
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|-<br />
| [[Dicembre, 1|1]] || [[Dicembre, 2|2]] || [[Dicembre, 3|3]] || [[Dicembre, 4|4]] || [[Dicembre, 5|5]]<br />
|-<br />
| [[Dicembre, 6|6]] || [[Dicembre, 7|7]] || [[Dicembre, 8|8]] || [[Dicembre, 9|9]] || [[Dicembre, 10|10]]<br />
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| [[Dicembre, 26|26]] || [[Dicembre, 27|27]] || [[Dicembre, 28|28]] || [[Dicembre, 29|29]] || [[Dicembre, 30|30]]<br />
|-<br />
| [[Dicembre, 31|31]] <br />
|}<br />
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|}<br />
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[[Categoria: Nazione Umana Universale]]<br />
[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]<br />
[[Categoria: work in progress]]<br />
[[Categoria: termini originali]]<br />
[[fr: Calendrier de la Nation Humaine Universelle]]<br />
[[es: Calendario de la Nación Humana Universal]]<br />
[[en: Calendar of the Universal Human Nation]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Multimage&diff=33302Multimage2019-12-30T19:51:17Z<p>Humanipedia: /* finalità */</p>
<hr />
<div>Associazione editoriale umanista senza fini di lucro fondata nel 1995 e tuttora in funzione.<br />
= finalità =<br />
Multimage è un'Associazione Editoriale senza fini di lucro messa in moto dal [[Movimento Umanista]] con l'obiettivo di creare un'onda culturale umanista nella società.<br />
<br />
Per questo Multimage è la Casa Editrice dei Diritti Umani ed aspira ad essere il punto di riferimento editoriale per tutti coloro che vogliono pubblicare oggetti editoriali (saggi, narrativa, fumetti, gadgets, CD-ROM ecc.) che riguardano questo tema.<br />
<br />
Inoltre Multimage è un'associazione di servizio ed aiuto a coloro che vogliono pubblicare libri di qualunque genere ma che si scontrano con la realtà del mercato editoriale dominato dalla logica del profitto; Multimage offre consulenza ed aiuto in questo campo.<br />
<br />
= storia =<br />
<br />
La Multimage è stata fondata a Torino nel 1995. Nello stesso anno ha cominciato le pubblicazioni con il libro [[Umanizzare la Terra]] di [[Silo]]. Attualmente la sua sede legale si trova a Firenze mentre la sua operatività si sviluppa in rete con gruppi di lavoro in vari punti d'Italia.<br />
Ha partecipato a convegni, congressi e fiere del libro in varie città italiane ed estere. <br />
= pubblicazioni =<br />
<br />
Ha pubblicato l'opera integrale in italiano di [[Silo]] nonché le opere di altri autori umanisti; pubblicazioni di testi degli organismi del [[Movimento Umanista]]. Ha inoltre pubblicato un vasto catalogo di saggi e letteratura sui temi dei [[diritti umani]], della [[discriminazione]], della lotta alla pena di morte, della diversità culturale, della [[nonviolenza]]. Il catalogo attuale, oltre 100 titoli sia su carta che digitali, è consultabile [http://www.multimage.org/libri qui]. Recentemente ha aggiunto collane su poesia, letteratura per bambini e edizioni anastatiche di libri usciti di catalogo.<br />
<br />
= link =<br />
<br />
[http://www.multimage.org sito ufficiale]<br />
<br />
[[categoria: bibliografia]]<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]<br />
<br />
[[categoria: associazioni]]<br />
<br />
[[categoria: associazioni umaniste]]<br />
[[categoria:case editrici]]<br />
[[Categoria:Apparati del Movimento Umanista]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Multimage&diff=33292Multimage2019-12-30T19:50:44Z<p>Humanipedia: /* pubblicazioni */</p>
<hr />
<div>Associazione editoriale umanista senza fini di lucro fondata nel 1995 e tuttora in funzione.<br />
= finalità =<br />
Multimage è un'Associazione Editoriale senza fini di lucro messa in moto dal [[Movimento Umanista]] con l'obiettivo di creare un'onda culturale umanista nella società.<br />
Per questo Multimage è la Casa Editrice dei Diritti Umani ed aspira ad essere il punto di riferimento editoriale per tutti coloro che vogliono pubblicare oggetti editoriali (saggi, narrativa, fumetti, gadgets, CD-ROM ecc.) che riguardano questo tema.<br />
<br />
Inoltre Multimage è un'associazione di servizio ed aiuto a coloro che vogliono pubblicare libri di qualunque genere ma che si scontrano con la realtà del mercato editoriale dominato dalla logica del profitto; Multimage offre consulenza ed aiuto in questo campo.<br />
= storia =<br />
<br />
La Multimage è stata fondata a Torino nel 1995. Nello stesso anno ha cominciato le pubblicazioni con il libro [[Umanizzare la Terra]] di [[Silo]]. Attualmente la sua sede legale si trova a Firenze mentre la sua operatività si sviluppa in rete con gruppi di lavoro in vari punti d'Italia.<br />
Ha partecipato a convegni, congressi e fiere del libro in varie città italiane ed estere. <br />
= pubblicazioni =<br />
<br />
Ha pubblicato l'opera integrale in italiano di [[Silo]] nonché le opere di altri autori umanisti; pubblicazioni di testi degli organismi del [[Movimento Umanista]]. Ha inoltre pubblicato un vasto catalogo di saggi e letteratura sui temi dei [[diritti umani]], della [[discriminazione]], della lotta alla pena di morte, della diversità culturale, della [[nonviolenza]]. Il catalogo attuale, oltre 100 titoli sia su carta che digitali, è consultabile [http://www.multimage.org/libri qui]. Recentemente ha aggiunto collane su poesia, letteratura per bambini e edizioni anastatiche di libri usciti di catalogo.<br />
<br />
= link =<br />
<br />
[http://www.multimage.org sito ufficiale]<br />
<br />
[[categoria: bibliografia]]<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]<br />
<br />
[[categoria: associazioni]]<br />
<br />
[[categoria: associazioni umaniste]]<br />
[[categoria:case editrici]]<br />
[[Categoria:Apparati del Movimento Umanista]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Seconda_Marcia_Mondiale_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33282Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza2019-12-28T22:57:02Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è partita da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per tornare a Madrid, dopo aver fatto il giro del mondo, l'8 Marzo del 2020.<br />
<br />
[[categoria: Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]<br />
[[categoria: work in progress]]<br />
[[categoria: eventi]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Seconda_Marcia_Mondiale_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33272Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza2019-12-28T22:55:37Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è partita da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per tornare a Madrid, dopo aver fatto il giro del mondo, l'8 Marzo del 2020.<br />
<br />
[[categoria: Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Seconda_Marcia_Mondiale_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33262Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza2019-12-28T22:54:38Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è partita da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per tornare a Madrid, dopo aver fatto il giro del mondo, l'8 Marco del 2020.<br />
<br />
[[categoria: Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Seconda_Marcia_Mondiale_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33252Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza2019-12-28T22:54:09Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "La Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è partita da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per tornare a Madrid, dopo aver fatto il giro del mondo, l'8 Marco del 2020...."</p>
<hr />
<div>La Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è partita da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per tornare a Madrid, dopo aver fatto il giro del mondo, l'8 Marco del 2020.<br />
<br />
[[catergoria: Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Marcia_Mondiale_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33242Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza2019-12-28T22:51:34Z<p>Humanipedia: /* La Seconda Marcia Mondiale */</p>
<hr />
<div>[[File:Mm.jpg|right|thumb|200px|il logo della prima marcia]]<br />
La prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza si è svolta tra il 2 Ottobre del 2009 e il 2 di Gennaio del 2010.<br />
Ha partecipato una équipe base di volontari che effettuava tutto il percorso della marcia o ampli tratti, accompagnati per tratti più o meno lunghi da marcianti locali. E' consistita inoltre in una serie di manifestazioni collegate e di una campagna mondiale di sensibilizzazione sugli obiettivi della campagna stessa.<br />
<br />
= La Seconda Marcia Mondiale =<br />
Dopo una consultazione internazionale nel2018 è stato deciso di effettuare una [[Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza|seconda Marcia Mondiale]] che è partita da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per percorrere tutto il pianeta e tornare al punto di partenza l'8 Marzo del 2020. Si è inoltre deciso di dare alla Marcia una cadenza di cinque anni, di rivedere ed aggiornare gli obiettivi e lanciare un nuovo manifesto e un nuovo logo.<br />
<br />
=Perché=<br />
<br />
Perché la fame nel mondo si potrebbe risolvere con il 10% di quanto si spende in armamenti. Riusciamo a immaginare come sarebbe il mondo se si destinasse il 30 o il 50% di questa spesa per migliorare la vita della gente, invece di investirlo in distruzione?<br />
<br />
Perché eliminare le guerre e la violenza significa uscire definitivamente dalla preistoria umana e fare un passo da giganti nel cammino evolutivo della nostra specie.<br />
<br />
Perché in questa aspirazione ci accompagna la forza delle voci di centinaia di generazioni che ci hanno preceduto, che hanno sofferto le conseguenze delle guerre, e di cui oggi si continua a sentire l'eco ovunque nel mondo siano presenti le lugubri sequele di morti, dispersi, invalidi, rifugiati e reietti che accompagnano le guerre.<br />
<br />
Perché un "mondo senza guerre" è una proposta che, spalancando il futuro, aspira a concretizzarsi in ogni angolo del pianeta, ovunque il dialogo si stia sostituendo alla violenza.<br />
<br />
È arrivato il momento di far sentire la voce dei senza-voce! Milioni di esseri umani avvertono l'urgente necessità di chiedere che si ponga fine alle [[guerra|guerre]] e alla [[violenza]].<br />
<br />
Possiamo riuscirci unendo tutte le forze del pacifismo e della [[nonviolenza attiva]] del mondo.<br />
<br />
=La I Marcia Mondiale=<br />
<br />
La I Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è iniziata in Nuova Zelanda il 2 Ottobre 2009, anniversario della nascita di [[Gandhi]], dichiarato dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] "[[Giornata internazionale della Nonviolenza]]". Si è conclusa il 2 gennaio 2010 sulle Ande argentine, in località [[Punta de Vacas]], ai piedi del monte Aconcagua.<br />
<br />
La Marcia è durata 90 giorni, tre lunghi mesi di viaggio. E' passata attraverso tutti i climi e le stagioni, dalla calda estate dei tropici e dei deserti all'inverno della Siberia.<br />
<br />
== Chi ha partecipato ==<br />
<br />
La Marcia è un'iniziativa di "[[Mondo senza Guerre e senza Violenza|Mondo Senza Guerre]]", un'organizzazione internazionale - promossa dal [[Movimento Umanista]] - che da anni lavora nel campo del [[pacifismo]] e della [[nonviolenza]].<br />
<br />
La Marcia Mondiale, tuttavia, è stata costruita da tutti. Aperta alla partecipazione di chiunque, singolo cittadino, organizzazione, collettivo, gruppo, partito politico, azienda ecc. condivida le aspirazioni e la sensibilità di questo progetto. Non si tratta di qualcosa di chiuso, ma di un percorso che si arricchisce progressivamente grazie alle attività promosse a partire dalle varie iniziative.<br />
<br />
<br />
==Che cosa è successo==<br />
<br />
In ogni città visitata dalla marcia, singoli cittadini e gruppi locali hanno rganizzato forum, riunioni, festival, conferenze ed eventi (sportivi, culturali, sociali, musicali, artistici, educativi ecc.), a seconda della loro creatività e iniziativa. Un libro è stato prodotto con una selezione della documentazione prodotta.<br />
<br />
<br />
<br />
= Links =<br />
<br />
[http://www.theworldmarch.org Sito Ufficiale]<br />
[http://www.theworldmarch.org/index.php?secc=adhesiones elenco delle adesioni]<br />
[[categoria: Movimento Umanista]]<br />
<br />
[[categoria: eventi]]<br />
[[Categoria:Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]<br />
[[es: Marcha Mundial por la Paz y la Noviolencia]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Dicembre,_21&diff=33232Dicembre, 212019-12-28T22:46:27Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* Solstizio d'inverno (emisfero nord) o d'estate (emisfero sud)<br />
* 1872 La HMS Challenger salpa da Portsmouth per una spedizione scientifica di 4 anni che getterà le basi dell'oceanografia<br />
* 1898 Marie e Pierre Curie scoprono il radio<br />
* 1913 Il "word-cross" di Arthur Wynne, il primo cruciverba, viene pubblicato sul New York World<br />
* 1923 Il Nepal passa da protettorato britannico a stato indipendente<br />
* 1944 nasce a Yako Thomas Sankara<br />
<br />
torna all'[[Almanacco della Nazione Umana Universale]]<br />
[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Bomarzo:_paradigma_di_una_rivoluzione&diff=33222Bomarzo: paradigma di una rivoluzione2019-07-23T16:13:20Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Documentario in italiano di Fulvio de Vita e Roberta Consilvio<br />
<br />
= Spiegazione =<br />
<br />
Ispirato al racconto "Bomarzo" di Silo, edito in Opere Complete Vol. II dalla casa editrice Multimage il documentario propone una visione ampia dell'epoca in cui questo giardino manierista o, come viene chiamato da alcuni, Bosco Sacro, è stato costruito.<br />
<br />
Ricostruisce attraverso interviste e approfondimenti il Rinascimento e il periodo immediatamente successivo in cui cambia l'immagine del mondo, dell’[[essere umano]] e del cosmo attraverso una vera e propria rivoluzione culturale, da Copernico a Giordano Bruno.<br />
<br />
= Scheda tecnica =<br />
<br />
Durata<br />
23 min e 48<br />
<br />
Formato <br />
SD 720x 576<br />
<br />
Autori<br />
Fulvio De Vita e Roberta Consilvio<br />
<br />
In collaborazione con [[La Comunità per lo Sviluppo Umano]] e il [[Centro Mondiale di Studi Umanisti|Centro di Studi Umanisti]] “Salvatore Puledda”<br />
<br />
= Traduzioni =<br />
<br />
Il documentario è tradotto in francese, inglese e spagnolo.<br />
<br />
= Dove si può reperire =<br />
<br />
Il documentario, gratuito, si puà reperire<br />
<br />
Su Youtube si ai trova al link:<br />
<br />
ITA<br />
https://youtu.be/2HnjGdfUdLA<br />
<br />
SPA<br />
https://youtu.be/Rmjqhl9Dm1o<br />
<br />
ENG<br />
https://youtu.be/Hs0Lbla9x7c<br />
<br />
[[categoria: documentario]]<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Bomarzo:_paradigma_di_una_rivoluzione&diff=33212Bomarzo: paradigma di una rivoluzione2019-07-23T15:45:35Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "Documentario in italiano di Fulvio de Vita e Roberta Consilvio = Spiegazione = Ispirato al racconto "Bomarzo" di Silo, edito in Opere Complete Vol. II dalla casa editrice Mu..."</p>
<hr />
<div>Documentario in italiano di Fulvio de Vita e Roberta Consilvio<br />
<br />
= Spiegazione =<br />
<br />
Ispirato al racconto "Bomarzo" di Silo, edito in Opere Complete Vol. II dalla casa editrice Multimage il documentario propone una visione ampia dell'epoca in cui questo giardino manierista o, come viene chiamato da alcuni, Bosco Sacro, è stato costruito.<br />
<br />
Ricostruisce attraverso interviste e approfondimenti il Rinascimento e il periodo immediatamente successivo in cui cambia l'immagine del mondo, dell’[[essere umano]] e del cosmo attraverso una vera e propria rivoluzione culturale, da Copernico a Giordano Bruno.<br />
<br />
= Scheda tecnica =<br />
<br />
Durata<br />
23 min e 48<br />
<br />
Formato <br />
SD 720x 576<br />
<br />
Autori<br />
Fulvio De Vita e Roberta Consilvio<br />
<br />
In collaborazione con [[La Comunità per lo Sviluppo Umano]] e il [[Centro Mondiale di Studi Umanisti|Centro di Studi Umanisti]] “Salvatore Puledda”<br />
<br />
= Traduzioni =<br />
<br />
Il documentario è tradotto in francese, inglese e spagnolo.<br />
<br />
= Dove si può reperire =<br />
<br />
Il documentario, gratuito, può essere chiesto direttamente agli autori.<br />
<br />
[[categoria: documentario]]<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Nelson_Mandela&diff=33202Nelson Mandela2019-07-20T09:47:16Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Nelson Mandela è stato uno dei più grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignità di ogni [[essere umano]]. <br />
<br />
= Biografia =<br />
<br />
Nato il 18 luglio 1918, tra i leader principali dell’African National Congress, nel 1964 è condannato all’ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo nella lotta contro l'apartheid; per chiederne la scarcerazione si sono organizzate numerose manifestazioni a carattere internazionale tra cui una mondiale organizzata, nel 1986, dal [[Movimento Umanista]]; uscirà dal carcere l’11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compirà il miracolo della [[riconciliazione]]; ritiratosi dalla vita politica attiva, resta una figura di riferimento e gaaranzia per il Sudafrica fino alla sua scomparsa, il 5 dicembre 2013.<br />
<br />
= Bibliografia =<br />
Tra le opere di Nelson Mandela in italiano è fondamentale l’autobiografia ''Il lungo cammino verso la libertà'', Feltrinelli, Milano 1995; e’ ora disponibile anche la seconda parte della biografia: Nelson Mandela e Mandla Langa, ''La sfida della libertà''.<br />
<br />
[[categoria: persone]]<br />
[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Nelson_Mandela&diff=33192Nelson Mandela2019-07-20T09:46:23Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Nelson Mandela è stato uno dei più grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignità di ogni [[essere umano]]. <br />
<br />
= Biografia =<br />
<br />
Nato il 18 luglio 1918, tra i leader principali dell’African National Congress, nel 1964 è condannato all’ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo; per chiederne la scarcerazione si sono organizzate numerose manifestazioni a carattere internazionale tra cui una mondiale organizzata, nel 1986, dal [[Movimento Umanista]]; uscirà dal carcere l’11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compirà il miracolo della [[riconciliazione]]; ritiratosi dalla vita politica attiva, resta una figura di riferimento e gaaranzia per il Sudafrica fino alla sua scomparsa, il 5 dicembre 2013.<br />
<br />
= Bibliografia =<br />
Tra le opere di Nelson Mandela in italiano è fondamentale l’autobiografia ''Il lungo cammino verso la libertà'', Feltrinelli, Milano 1995; e’ ora disponibile anche la seconda parte della biografia: Nelson Mandela e Mandla Langa, ''La sfida della libertà''.<br />
<br />
[[categoria: persone]]<br />
[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Nelson_Mandela&diff=33182Nelson Mandela2019-07-20T09:45:49Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "Nelson Mandela è stato uno dei più grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignità di ogni essere umano. = Biografia = Nato il 18 luglio 1918, tra i leade..."</p>
<hr />
<div>Nelson Mandela è stato uno dei più grandi eroi della lotta contro il razzismo, per la dignità di ogni [[essere umano]]. <br />
<br />
= Biografia =<br />
<br />
Nato il 18 luglio 1918, tra i leader principali dell’African National Congress, nel 1964 è condannato all’ergastolo dal regime razzista sudafricano; nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda e un punto di riferimento in tutto il mondo; per chiederne la scarcerazione si sono organizzate numerose manifestazioni a carattere internazionale tra cui una mondiale organizzata, nel 1986, dal [[Movimento Umanista]]; uscirà dal carcere l’11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico compirà il miracolo della [[riconciliazione]]; ritiratosi dalla vita politica attiva, resta una figura di riferimento e gaaranzia per il Sudafrica fino alla sua scomparsa, il 5 dicembre 2013.<br />
<br />
= Bibliografia =<br />
Tra le opere di Nelson Mandela in italiano è fondamentale l’autobiografia ''Il lungo cammino verso la libertà'', Feltrinelli, Milano 1995; e’ ora disponibile anche la seconda parte della biografia: Nelson Mandela e Mandla Langa, La sfida della libertà.<br />
<br />
[[categoria: persone]]<br />
[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Ubuntu&diff=33172Ubuntu2019-07-20T09:37:38Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La parola Ubuntu viene dalla cultura Xhosa/Zulu le comunità nelle quali sono nati Desmond Tutu e [[Nelson Mandela]]. La filosofia Ubuntu è stata riassunta nella frase ''Umuntu ngumuntu ngabantu''. Il concetto di questa frase può essere tradotta in: “una persona è una persona grazie agli altri”, o “io sono perché voi siete e poiché voi siete io sono”.<br />
<br />
Ubuntu parte da un concetto universale di pace ed inclusione, di possibilità e di riconoscimento di valori umani fondamentali come la fratellanza nella diversità, ricchezza dello spirito umano, caleidoscopio (vedere bello) di altre culture ed espressioni d’arte.<br />
<br />
La natura sfaccettata di Ubuntu va oltre l’innato dovere di sostenere il prossimo.<br />
<br />
Le persone si arricchiscono, e significa crescere nel proprio Ubuntu, ma l'arricchimento si allineerà naturalmente alla bellezza della crescita spirituale della propria comunità.<br />
<br />
Mandela e Tutu capirono che il potere di Ubuntu è il nucleo interiore dell'umanità, di ogni persona, l’umanità che sposta le montagne.<br />
<br />
Questa comprensione sicuramente li ha portati ad usare i principi guida di Ubuntu come antidoto al sistema dell'apartheid, e ha guidato la [[Commissione per la Verità e la Riconciliazione]] che si è svolta nel nuovo Sudafrica democratico, sotto la guida dell'Arcivescovo Tutu. Questo processo ha aiutato a guarire alcune ferite dell'apartheid promuovendo valori di compassione, perdono, responsabilità personale e dignità.<br />
<br />
L'[[Umanesimo Universalista]] riconosce nell'ubuntu una espressione della [[regola aurea]].<br />
<br />
[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria: riconciliazione]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Ubuntu&diff=33162Ubuntu2019-07-20T09:22:56Z<p>Humanipedia: </p>
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<div>La parola Ubuntu viene dalla cultura Xhosa/Zulu le comunità nelle quali sono nati Desmond Tutu e Nelson Mandela. La filosofia Ubuntu è stata riassunta nella frase ''Umuntu ngumuntu ngabantu''. Il concetto di questa frase può essere tradotta in: “una persona è una persona grazie agli altri”, o “io sono perché voi siete e poiché voi siete io sono”.<br />
<br />
Ubuntu parte da un concetto universale di pace ed inclusione, di possibilità e di riconoscimento di valori umani fondamentali come la fratellanza nella diversità, ricchezza dello spirito umano, caleidoscopio (vedere bello) di altre culture ed espressioni d’arte.<br />
<br />
La natura sfaccettata di Ubuntu va oltre l’innato dovere di sostenere il prossimo.<br />
<br />
Le persone si arricchiscono, e significa crescere nel proprio Ubuntu, ma l'arricchimento si allineerà naturalmente alla bellezza della crescita spirituale della propria comunità.<br />
<br />
Mandela e Tutu capirono che il potere di Ubuntu è il nucleo interiore dell'umanità, di ogni persona, l’umanità che sposta le montagne.<br />
<br />
Questa comprensione sicuramente li ha portati ad usare i principi guida di Ubuntu come antidoto al sistema dell'apartheid, e ha guidato la [[Commissione per la Verità e la Riconciliazione]] che si è svolta nel nuovo Sudafrica democratico, sotto la guida dell'Arcivescovo Tutu. Questo processo ha aiutato a guarire alcune ferite dell'apartheid promuovendo valori di compassione, perdono, responsabilità personale e dignità.<br />
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L'[[Umanesimo Universalista]] riconosce nell'ubuntu una espressione della [[regola aurea]].<br />
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[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria: riconciliazione]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Ubuntu&diff=33152Ubuntu2019-07-20T09:21:43Z<p>Humanipedia: </p>
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<div>La parola Ubuntu viene dalla cultura Xhosa/Zulu le comunità nelle quali sono nati Desmond Tutu e Nelson Mandela. La filosofia Ubuntu è stata riassunta nella frase ''Umuntu ngumuntu ngabantu''. Il concetto di questa frase può essere tradotta in: “una persona è una persona grazie agli altri”, o “io sono perché voi siete e poiché voi siete io sono”.<br />
<br />
Ubuntu parte da un concetto universale di pace ed inclusione, di possibilità e di riconoscimento di valori umani fondamentali come la fratellanza nella diversità, ricchezza dello spirito umano, caleidoscopio (vedere bello) di altre culture ed espressioni d’arte.<br />
<br />
La natura sfaccettata di Ubuntu va oltre l’innato dovere di sostenere il prossimo.<br />
<br />
Le persone si arricchiscono, e significa crescere nel proprio Ubuntu, ma l'arricchimento si allineerà naturalmente alla bellezza della crescita spirituale della propria comunità.<br />
<br />
Mandela e Tutu capirono che il potere di Ubuntu è il nucleo interiore dell'umanità, di ogni persona, l’umanità che sposta le montagne.<br />
<br />
Questa comprensione sicuramente li ha portati ad usare i principi guida di Ubuntu come antidoto al sistema dell'apartheid, e ha guidato la [[Commissione per la Verità e la Riconciliazione]] che si è svolta nel nuovo Sudafrica democratico, sotto la guida dell'Arcivescovo Tutu. Questo processo ha aiutato a guarire alcune ferite dell'apartheid promuovendo valori di compassione, perdono, responsabilità personale e dignità.<br />
<br />
L'[[Umanesimo Universalista]] riconosce nell'ubuntu una espressione della [[regola aurea]].<br />
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[[categoria: terminioriginali]]<br />
[[categoria: riconciliazione]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Ubuntu&diff=33142Ubuntu2019-07-20T09:20:37Z<p>Humanipedia: </p>
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<div>La parola Ubuntu viene dalla cultura Xhosa/Zulu le comunità nelle quali sono nati Desmond Tutu e Nelson Mandela. La filosofia Ubuntu è stata riassunta nella frase ''Umuntu ngumuntu ngabantu''. Il concetto di questa frase può essere tradotta in: “una persona è una persona grazie agli altri”, o “io sono perché voi siete e poiché voi siete io sono”.<br />
<br />
Ubuntu parte da un concetto universale di pace ed inclusione, di possibilità e di riconoscimento di valori umani fondamentali come la fratellanza nella diversità, ricchezza dello spirito umano, caleidoscopio (vedere bello) di altre culture ed espressioni d’arte.<br />
<br />
La natura sfaccettata di Ubuntu va oltre l’innato dovere di sostenere il prossimo.<br />
<br />
Le persone si arricchiscono, e significa crescere nel proprio Ubuntu, ma l'arricchimento si allineerà naturalmente alla bellezza della crescita spirituale della propria comunità.<br />
<br />
Mandela e Tutu capirono che il potere di Ubuntu è il nucleo interiore dell'umanità, di ogni persona, l’umanità che sposta le montagne.<br />
<br />
Questa comprensione sicuramente li ha portati ad usare i principi guida di Ubuntu come antidoto al sistema dell'apartheid, e ha guidato la [[Commissione per la Verità e la Riconciliazione]] che si è svolta nel nuovo Sudafrica democratico, sotto la guida dell'Arcivescovo Tutu. Questo processo ha aiutato a guarire alcune ferite dell'apartheid promuovendo valori di compassione, perdono, responsabilità personale e dignità.<br />
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L'[[Umanesimo Universalista]] riconosce nell'ubuntu una espressione della [[regola aurea]].<br />
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[[categoria: work in progress]]<br />
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<hr />
<div>Il simposio è una manifestazione realizzata dal [[Centro Mondiale di Studi Umanisti]] consistente nel riunire studiosi di varie provenienze culturali ed ideologiche intorno a un tema di interesse.<br />
<br />
Il primo Simposio si è svolto a Punta de Vacas nel novembre del 2008 con il titolo "Etica nella conoscenza".<br />
<br />
[[categoria:work in progress]]<br />
<br />
[[categoria:Centro Mondiale di Studi Umanisti]]<br />
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[[categoria:eventi]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Festival_Umanista_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33102Festival Umanista per la Pace e la Nonviolenza2019-06-11T10:19:23Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "Nel contesto della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, dal 3 al 9 agosto del 2009 a Marina di Grosseto si è svolto il “1°Festival umanista per la pace e la..."</p>
<hr />
<div>Nel contesto della [[Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]], dal 3 al 9 agosto del 2009 a Marina di Grosseto si è svolto il “1°Festival umanista per la pace e la nonviolenza”. Un settimana all’insegna di incontri, seminari, presentazioni di libri, aperitivi a tema, mostre artistiche, concerti, rappresentazioni teatrali, musica, cineforum, sport e divertimento.<br />
Un momento importante del Festival si è realizzato il 6 di Agosto quando, in occasione dell'anniversario dell'esplosione della prima bomba atomica ad Hiroshima, è stata realizzata sulla spiaggia una catena umana, convolgendo i bagnanti presenti, che ha raggiunto alcuni chilometri di lunghezza.<br />
<br />
[[categoria: eventi]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Simposio&diff=33092Simposio2019-06-07T11:18:57Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "Il simposio è una manifestazione realizzata dal Centro Mondiale di Studi Umanisti consistente nel riunire studiosi di varie provenienze culturali ed ideologiche intorno a..."</p>
<hr />
<div>Il simposio è una manifestazione realizzata dal [[Centro Mondiale di Studi Umanisti]] consistente nel riunire studiosi di varie provenienze culturali ed ideologiche intorno a un tema di interesse.<br />
<br />
Il primo Simposio si è svolto a Punta de Vacas nel novembre del 2008 con il titolo "Etica nella conoscenza".<br />
<br />
[[categoria:work in progress]]<br />
<br />
[[categoria:Centro Mondiale di Studi Umanisti]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Regola_aurea&diff=33082Regola aurea2019-06-07T11:12:26Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Principio morale, assai diffuso tra diversi popoli, che rivela un [[atteggiamento umanista]]. Eccone alcuni esempi. Rabbino Hillel: “Quello che non vorresti per te non farlo al tuo prossimo”. Platone: “Mi sia concesso fare agli altri ciò che vorrei facessero a me”. Confucio: “Non fare all'altro ciò che non ti piacerebbe fosse fatto a te”. Massima giainista: “L'uomo deve sforzarsi di trattare tutte le creature come a lui piacerebbe essere trattato”. Nel cristianesimo: “Tutte le cose che vorreste gli uomini facessero con voi, voi fatele con loro”. Tra i sikh: “Tratta gli altri come vorresti che ti trattassero”. L'esistenza della regola aurea fu riscontrata da Erodoto in diversi popoli dell'antichità.<br />
Studi recenti hanno identificato nel concetto africano di [[ubuntu]] un'altra versione dello stesso principio.<br />
<br />
Per il [[Nuovo Umanesimo]], la regola aurea costituisce la base etica di ogni azione personale e sociale.<br />
<br />
Sulla regola d'oro è disponibile l'interessante lavoro di Emanuela Widmar ''[http://www.parcoattigliano.it/dw2/lib/exe/fetch.php?media=produzioni:altre:emanuela_widmar-20141101-la_regola_d_oro-ita.pdf La Regola d'Oro, principio di solidarietà e di liberazione]'' presentato ad Attigliano durante il IV simposio del [[Centro Mondiale di Studi Umanisti]] nel novembre del 2014.<br />
<br />
[[categoria: Dizionario del Nuovo Umanesimo]]<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Ubuntu&diff=33072Ubuntu2019-06-07T11:08:17Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "L'Umanesimo Universalista riconosce nell'ubuntu una espressione della regola aurea. categoria: work in progress"</p>
<hr />
<div>L'[[Umanesimo Universalista]] riconosce nell'ubuntu una espressione della [[regola aurea]].<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Regola_aurea&diff=33062Regola aurea2019-06-07T11:05:30Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Principio morale, assai diffuso tra diversi popoli, che rivela un [[atteggiamento umanista]]. Eccone alcuni esempi. Rabbino Hillel: “Quello che non vorresti per te non farlo al tuo prossimo”. Platone: “Mi sia concesso fare agli altri ciò che vorrei facessero a me”. Confucio: “Non fare all'altro ciò che non ti piacerebbe fosse fatto a te”. Massima giainista: “L'uomo deve sforzarsi di trattare tutte le creature come a lui piacerebbe essere trattato”. Nel cristianesimo: “Tutte le cose che vorreste gli uomini facessero con voi, voi fatele con loro”. Tra i sikh: “Tratta gli altri come vorresti che ti trattassero”. L'esistenza della regola aurea fu riscontrata da Erodoto in diversi popoli dell'antichità.<br />
Studi recenti hanno identificato nel concetto africano di [[ubuntu]] un'altra versione dello stesso principio.<br />
<br />
Per il [[Nuovo Umanesimo]], la regola aurea costituisce la base etica di ogni azione personale e sociale.<br />
<br />
Sulla regola d'oro è disponibile l'interessante lavoro di Emanuela Widmar ''[http://www.parcoattigliano.it/dw2/lib/exe/fetch.php?media=produzioni:altre:emanuela_widmar-20141101-la_regola_d_oro-ita.pdf La Regola d'Oro, principio di solidarietà e di liberazione]'' <br />
<br />
[[categoria: Dizionario del Nuovo Umanesimo]]<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Aprile,_14&diff=33052Aprile, 142019-05-15T10:16:56Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1894 USA: Thomas Alva Edison effettua una dimostrazione del cinetoscopio, apparecchio precursore di un proiettore cinematografico<br />
<br />
* 1126 nasce a Cordova Abū al-Walīd Muḥammad ibn Aḥmad Ibn Rushd, conosciuto in occidente come Averroé<br />
<br />
torna all'[[Almanacco della Nazione Umana Universale]]<br />
[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Marcia_Mondiale_per_la_Pace_e_la_Nonviolenza&diff=33042Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza2019-05-08T09:15:06Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>[[File:Mm.jpg|right|thumb|200px|il logo della prima marcia]]<br />
La prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza si è svolta tra il 2 Ottobre del 2009 e il 2 di Gennaio del 2010.<br />
Ha partecipato una équipe base di volontari che effettuava tutto il percorso della marcia o ampli tratti, accompagnati per tratti più o meno lunghi da marcianti locali. E' consistita inoltre in una serie di manifestazioni collegate e di una campagna mondiale di sensibilizzazione sugli obiettivi della campagna stessa.<br />
<br />
= La Seconda Marcia Mondiale =<br />
Dopo una consultazione internazionale nel 1918 è stato deciso di effettuare una seconda Marcia Mondiale che partirà da Madrid il 2 Ottobre del 2019 per percorrere tutto il pianeta e tornare al punto di partenza l'8 Marzo del 2020. Si è inoltre deciso di dare alla Marcia una cadenza di cinque anni, di rivedere ed aggiornare gli ovbiettivi e lanciare un nuovo manifesto e un nuovo logo, attualmente in fase di elaborazione.<br />
<br />
=Perché=<br />
<br />
Perché la fame nel mondo si potrebbe risolvere con il 10% di quanto si spende in armamenti. Riusciamo a immaginare come sarebbe il mondo se si destinasse il 30 o il 50% di questa spesa per migliorare la vita della gente, invece di investirlo in distruzione?<br />
<br />
Perché eliminare le guerre e la violenza significa uscire definitivamente dalla preistoria umana e fare un passo da giganti nel cammino evolutivo della nostra specie.<br />
<br />
Perché in questa aspirazione ci accompagna la forza delle voci di centinaia di generazioni che ci hanno preceduto, che hanno sofferto le conseguenze delle guerre, e di cui oggi si continua a sentire l'eco ovunque nel mondo siano presenti le lugubri sequele di morti, dispersi, invalidi, rifugiati e reietti che accompagnano le guerre.<br />
<br />
Perché un "mondo senza guerre" è una proposta che, spalancando il futuro, aspira a concretizzarsi in ogni angolo del pianeta, ovunque il dialogo si stia sostituendo alla violenza.<br />
<br />
È arrivato il momento di far sentire la voce dei senza-voce! Milioni di esseri umani avvertono l'urgente necessità di chiedere che si ponga fine alle [[guerra|guerre]] e alla [[violenza]].<br />
<br />
Possiamo riuscirci unendo tutte le forze del pacifismo e della [[nonviolenza attiva]] del mondo.<br />
<br />
=La I Marcia Mondiale=<br />
<br />
La I Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è iniziata in Nuova Zelanda il 2 Ottobre 2009, anniversario della nascita di [[Gandhi]], dichiarato dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] "[[Giornata internazionale della Nonviolenza]]". Si è conclusa il 2 gennaio 2010 sulle Ande argentine, in località [[Punta de Vacas]], ai piedi del monte Aconcagua.<br />
<br />
La Marcia è durata 90 giorni, tre lunghi mesi di viaggio. E' passata attraverso tutti i climi e le stagioni, dalla calda estate dei tropici e dei deserti all'inverno della Siberia.<br />
<br />
== Chi ha partecipato ==<br />
<br />
La Marcia è un'iniziativa di "[[Mondo senza Guerre e senza Violenza|Mondo Senza Guerre]]", un'organizzazione internazionale - promossa dal [[Movimento Umanista]] - che da anni lavora nel campo del [[pacifismo]] e della [[nonviolenza]].<br />
<br />
La Marcia Mondiale, tuttavia, è stata costruita da tutti. Aperta alla partecipazione di chiunque, singolo cittadino, organizzazione, collettivo, gruppo, partito politico, azienda ecc. condivida le aspirazioni e la sensibilità di questo progetto. Non si tratta di qualcosa di chiuso, ma di un percorso che si arricchisce progressivamente grazie alle attività promosse a partire dalle varie iniziative.<br />
<br />
<br />
==Che cosa è successo==<br />
<br />
In ogni città visitata dalla marcia, singoli cittadini e gruppi locali hanno rganizzato forum, riunioni, festival, conferenze ed eventi (sportivi, culturali, sociali, musicali, artistici, educativi ecc.), a seconda della loro creatività e iniziativa. Un libro è stato prodotto con una selezione della documentazione prodotta.<br />
<br />
<br />
<br />
= Links =<br />
<br />
[http://www.theworldmarch.org Sito Ufficiale]<br />
[http://www.theworldmarch.org/index.php?secc=adhesiones elenco delle adesioni]<br />
[[categoria: Movimento Umanista]]<br />
<br />
[[categoria: eventi]]<br />
[[Categoria:Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]<br />
<br />
[[categoria: work in progress]]<br />
[[es: Marcha Mundial por la Paz y la Noviolencia]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Giugno,_14&diff=33041Giugno, 142019-03-01T22:52:37Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1834 Isaac Fischer, Jr. brevetta la carta vetrata<br />
* 1966 Il Vaticano annuncia l'abolizione dell'Indice dei libri proibiti<br />
* 1940 nasce a Modena Francesco Guccini<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Marzo,_21&diff=33031Marzo, 212019-03-01T22:51:20Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1685 Nasce a Eisenach Johann Sebastian Bach <br />
* 1990 indipendenza della Namibia <br />
* 1938 nasce a Cassine Luigi Tenco<br />
* giornata internazionale contro la discriminazione razziale <br />
* capodanno per gli zoroastriani e i Bahá'í <br />
* equinozio di primavera (emisfero nord) o d’autunno (emisfero sud)<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Ottobre,_22&diff=33021Ottobre, 222019-03-01T22:26:18Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1938 Carlson presenta la prima fotocopiatrice<br />
* 1920 nasce a Sète Georges Brassens<br />
<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Febbraio,_18&diff=33011Febbraio, 182019-03-01T22:08:00Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1965 Indipendenza del Gambia<br />
* 1940 nasce a Genova Fabrizio de André<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Parco_di_Studio_e_Riflessione&diff=33001Parco di Studio e Riflessione2019-02-05T10:53:54Z<p>Humanipedia: /* storia */</p>
<hr />
<div>Un parco di Studio e Riflessione è un'insieme di costruzioni messe in moto da un gruppo di persone che si rifanno agli insegnamenti di Silo. Sono gestiti da una commissione formata, in genere, da alcuni dei fondatori del parco e sono realizati con raccolte di fondi autoorganizzate. I primi parchi si sono chiamati Parchi del Messaggio di Silo. In questo momento ci sono 33 parchi attivi nel mondo sparsi tra le Americhe, l'Europa, l'Asia e l'Africa.<br />
<br />
= spiegazione = <br />
<br />
I Parchi di Studio e Riflessione sono porte d’entrata al mondo mentale del Profondo.<ref>il testo che riproduciamo è di Eduardo Gozalo e si trova sul sito del Parco di Studio e Riflessione di Punta de Vacas http://www.parquepuntadevacas.net/otpar.php</ref><br />
<br />
Lì si realizzano i lavori di Scuola, un insieme di studi e di pratiche che permettono di accedere ad esperienze di contatto con dimensioni interne recondite.<br />
<br />
Quella profondità non può essere colta dal linguaggio né dalle categorie dello spazio-tempo in cui crediamo di vivere. Tuttavia, in determinate circostanze si rende accessibile, si manifesta o irrompe in esperienze che commuovono la nostra coscienza e cambiano in modo decisivo la nostra vita. Sperimentiamo allora ciò che non ha nome, ma sì significato, il contatto con una profondità insondabile in cui lo spazio è infinito e il tempo eterno. Sebbene brevi, queste esperienze hanno grandi conseguenze, perchè ci danno senso, allegria e pienezza.<br />
<br />
Sin dai tempi più antichi gli esseri umani hanno sempre avuto percezione della traiettoria della loro vita e della sua finitezza. Ci chiediamo da dove veniamo e dove andiamo, e sperimentiamo la ricerca di significati, come pure sentiamo la necessità di superare il dolore e la sofferenza. E quando la coscienza umana è riuscita ad affacciarsi sulla profondità della Mente, ne sono sempre sorte risposte ispirate e si sono liberate grandi forze. Il rapimento degli innamorati, l’ispirazione degli artisti e l’estasi dei mistici hanno la loro fonte comune in quella profondità. Da quelle esperienze del "sacro" sono nate anche le grandi correnti religiose e spirituali della storia.<br />
<br />
Diverse persone, diverse culture, in differenti momenti storici, hanno tradotto l’interiorità umana con paesaggi poetici o con miti diversi e, a volte, in conflitto tra loro. Tuttavia, tutti hanno nel Profondo il loro occulto centro di gravità. In questo nostro pianeta, le cui società si mondializzano velocemente, sarà precisamente quella rinnovata esperienza del trascendente che potrà propiziare il riconoscimento e l’incontro spirituale fra i popoli.<br />
<br />
"In alcuni momenti della storia si alza un clamore, una lacerante richiesta degli individui e dei popoli. Allora dal profondo arriva un segnale. Che quel segnale venga tradotto, nei tempi che corrono, con bontà, venga tradotto per superare il dolore e la sofferenza. Perchè dietro quel segnale stanno soffiando i venti del gran cambiamento". (Silo, Inaugurazione del Parco di Studio e Riflessione La Reja, 7 maggio 2005)<br />
<br />
I Parchi di studio e riflessione sono luoghi di incontro e di irradiazione di una nuova spiritualità che rifiuta ogni forma di violenza e di discriminazione e che fa appello a quella dimensione sacra della mente umana per trovare libertà e senso. Qualunque essere umano, quali che siano le sue credenze, può partecipare di questo cammino affettivo, commovente ed esperienziale.<br />
<br />
Questi Parchi diventano, per molti, luoghi che traducono uno spazio-tempo carico di significato.<br />
<br />
Esistono zone della mente che hanno un significato speciale, e quando entriamo in contatto con queste o vi accediamo, si produce una gran commozione interna. Sono territori con carica psichica, che si trovano ad una certa altezza e ad una certa profondità dello spazio interno. Così, per esempio, in numerose leggende si è parlato di città mitiche, luoghi dove vivono le più profonde aspirazioni."Città degli dei a cui vollero giungere numerosi eroi di diversi popoli; paradisi in cui dei e uomini convivevano nell’originale natura trasfigurata." (Silo, Opere Complete. Lo Sguardo Interno. XX. La Realtà Interiore. Ed. Multimage 2000. Il Messaggio di Silo, Il Libro. XX. La Realtà Interiore. Macroedizioni 2008)<br />
<br />
Ogni popolo ha le sue allegorie, non potrebbe essere altrimenti, dato che sono traduzioni di significati non rappresentabili, realizzate con la materia prima del rispettivo paesaggio culturale in un dato momento.<br />
<br />
Questi luoghi interni sono in relazione, o a volte coincidono, con luoghi esterni che prendono così la caratteristica di sacralità per l’importanza che hanno per noi, secondo la cultura di ciascuno. Perciò vi andiamo in pellegrinaggio per ricevere la carica psichica accumulata. Lì vogliamo essere migliori, stare in maggior contatto con noi stessi e con gli altri.<br />
<br />
I Parchi di studio e riflessione che hanno cominciato ad apparire nei cinque continenti evidenziano la ricerca e l’espressione del sacro, cioè delle migliori aspirazioni dell’essere umano che si prepara oggi a risvegliarsi da un profondo sonno.<br />
<br />
Una nuova civiltà sta nascendo ed avrà la sua rappresentazione nel mondo, che sarà la traduzione di questa realtà profonda.<br />
<br />
Eduardo Gozalo<br />
<br />
= storia =<br />
Il primo parco, sperimentale è stato costruito negli anni '70 nel Chaco ed è adesso un parco familiare della famiglia Kohanoff.<br />
Nel 1999, in occasione del trentesimo anniversario del discorso di Silo, viene inaugurato il monolite a Punta de Vacas; non si tratta della fondazione di un parco ma di uno degli atti di avvicinamento alla nascita dei parchi, in cui il monolite ha spesso funzione di elemento fondativo.<br />
Nel 2005 sono iniziate le costruzioni dei parchi de La Reja (Argentina), Attigliano (Italia), Punta de Vacas (Argentina), Red Bluff (Stati Uniti), Los Manantiales (Cile), Asia Ashram (India) secondo uno schema predefinito (descritto più sotto) con tutte costruzioni ex novo.<br />
In seguito è stato suggerito che i Parchi potessero anche ristrutturare strutture già esistenti aggiungendovi in seguito i monumenti tipici.<br />
<br />
= edifici e monumenti =<br />
<br />
In un Parco si trovano di solito i seguenti monumenti: monolito, stele, fontana. Inoltre ci sono le seguenti costruzioni: la sala di meditazione, il Centro di Lavoro, una sala multiuso, il Centro di Studi, officine e laboratori.<br />
<br />
= links =<br />
[http://www.parquepuntadevacas.net/otpar.php Pagina aggiornata con l'elenco di tutti i parchi]<br />
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<br />
==Note==<br />
<references /><br />
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[[categoria: Work in progress]]<br />
<br />
[[categoria: Parchi di Studio e Riflessione]]<br />
<br />
[[categoria: siloismo]]<br />
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[[categoria: Argomenti principali]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Riconciliazione&diff=32991Riconciliazione2019-02-05T10:52:01Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La riconciliazione personale è un atto interno, unilaterale, di conversione di immagini del passato.<br />
<br />
La riconciliazione ha assunto significati abbastanza diversi in contesti religiosi e politici. In tempi recenti le ''Commissioni per la Verità e la Riconciliazione'', come quella promossa da Nelson Mandela in Sudafrica, hanno posto, a livello sociale, un tema che prima era circoscritto in ambito religioso e spirituale.<br />
Sul tema della riconciliazione [[Silo]] ha tenuto uno dei suoi ultimi discorsi nel corso delle Giornate di Riflessione Spirituale tenutesi nel [[Parco di Studio e Riflessione|Parco di Studi e Riflessione]] di Punta de Vacas, il 5 Maggio del 2007.<br />
<br />
Ecco qua un estratto di quel discorso:<br />
<br />
Questi sono giorni di Riconciliazione. Riconciliazione sincera con noi stessi e con coloro che ci hanno ferito. In quelle relazioni dolorose che abbiamo patito non stiamo cercando di perdonare né di essere perdonati. Il perdono richiede che uno dei termini si metta ad un'altezza morale superiore e che l'altro termine si umili di fronte a chi perdona. Ed è chiaro che il [[perdono]] è un passo più avanzato di quello della [[vendetta]], ma non lo è tanto quanto quello della riconciliazione. <br />
<br />
Neppure stiamo cercando di dimenticare le offese che ci siano state. Non è il caso di tentare la falsificazione della memoria. È il caso di cercare di comprendere quello che è accaduto per entrare nel passo superiore del riconciliare. Niente di buono si ottiene personalmente o socialmente con l’[[oblio]] o col [[perdono]]. Né [[oblio]] né [[perdono]]! Perché la mente deve rimanere fresca ed attenta senza dissimulazioni né falsificazioni. Stiamo considerando ora il punto più importante della Riconciliazione che non ammette adulterazioni. Se cerchiamo la riconciliazione sincera con noi stessi e con quelli che ci hanno ferito intensamente è perché vogliamo una trasformazione profonda della nostra vita. Una trasformazione che ci tiri fuori dal [[risentimento]] nel quale, in definitiva, nessuno si riconcilia con nessuno e neanche con sé stesso. Quando arriviamo a comprendere che dentro di noi non abita un nemico ma bensì un essere pieno di [[speranza|speranze]] e [[fallimento|fallimenti]], un essere nel quale vediamo in rapida successione di immagini, bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e [[risentimento]]. Se arriviamo a comprendere che il nostro nemico è un essere che ha vissuto anch’egli con speranze e fallimenti, un essere nel quale ci sono stati bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e risentimento, avremo messo una sguardo umanizzatore sulla pelle della mostruosità. <br />
<br />
Questo cammino verso la riconciliazione non sorge spontaneamente, così come non sorge spontaneamente il cammino verso la [[nonviolenza]]. Perché entrambi richiedono una grande comprensione e la formazione di una ripugnanza fisica della [[violenza]]. <br />
<br />
Non saremo noi a giudicare gli errori, nostri o altrui, a questo fine ci saranno i risarcimenti umani e la [[giustizia]] umana e sarà la statura dei tempi quella che eserciterà il suo dominio, perché io non voglio giudicarmi né giudicare... voglio comprendere in profondità per pulire la mia mente da ogni risentimento. <br />
<br />
Riconciliare non è dimenticare né perdonare, è riconoscere tutto quello che è accaduto e proporsi di uscire dal circolo vizioso del risentimento. È scorrere lo sguardo per riconoscere gli errori in se’ e negli altri. Riconciliarsi internamente è proporsi di non passare per lo stesso cammino due volte, ma disporsi a riparare doppiamente i danni prodotti. Però è chiaro che a coloro che ci hanno offeso non possiamo chiedere di riparare doppiamente i danni che ci hanno provocato. Tuttavia, è un buon compito far vedere loro la catena di danni che continuano a trascinarsi nella loro vita. Facendo ciò ci riconciliamo con chi abbiamo sentito prima come un nemico, anche se ciò non fa si’ che l'altro si riconcili con noi, ma questo fa già parte del destino delle sue azioni, sulle quali noi non possiamo decidere. <br />
<br />
Stiamo dicendo che la riconciliazione non è reciproca tra le persone ed anche che la riconciliazione con se stessi non comporta come conseguenza che altri escano dal loro circolo vizioso, anche se si possono riconoscere i benefici sociali di una simile posizione individuale. <br />
<br />
<br />
<br />
[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria:work in progress]]<br />
[[es:reconciliación]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Riconciliazione&diff=32981Riconciliazione2019-02-05T10:51:06Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La riconciliazione personale è un atto interno, unilaterale, di conversione di immagini del passato.<br />
<br />
La riconciliazione ha assunto significati abbastanza diversi in contesti religiosi e politici. In tempi recenti le ''Commissioni per la Verità e la Riconciliazione'', come quella promossa da Nelson Mandela in Sudafrica, hanno posto, a livello sociale, un tema che prima era circoscritto in ambito religioso e spirituale.<br />
Sul tema della riconciliazione [[Silo]] ha tenuto uno dei suoi ultimi discorsi nel corso delle Giornate di Riflessione Spirituale tenutesi nel Parco di Studi e Riflessione di Punta de vacas, il 5 Maggio del 2007.<br />
<br />
Ecco qua un estratto di quel discorso:<br />
<br />
Questi sono giorni di Riconciliazione. Riconciliazione sincera con noi stessi e con coloro che ci hanno ferito. In quelle relazioni dolorose che abbiamo patito non stiamo cercando di perdonare né di essere perdonati. Il perdono richiede che uno dei termini si metta ad un'altezza morale superiore e che l'altro termine si umili di fronte a chi perdona. Ed è chiaro che il [[perdono]] è un passo più avanzato di quello della [[vendetta]], ma non lo è tanto quanto quello della riconciliazione. <br />
<br />
Neppure stiamo cercando di dimenticare le offese che ci siano state. Non è il caso di tentare la falsificazione della memoria. È il caso di cercare di comprendere quello che è accaduto per entrare nel passo superiore del riconciliare. Niente di buono si ottiene personalmente o socialmente con l’[[oblio]] o col [[perdono]]. Né [[oblio]] né [[perdono]]! Perché la mente deve rimanere fresca ed attenta senza dissimulazioni né falsificazioni. Stiamo considerando ora il punto più importante della Riconciliazione che non ammette adulterazioni. Se cerchiamo la riconciliazione sincera con noi stessi e con quelli che ci hanno ferito intensamente è perché vogliamo una trasformazione profonda della nostra vita. Una trasformazione che ci tiri fuori dal [[risentimento]] nel quale, in definitiva, nessuno si riconcilia con nessuno e neanche con sé stesso. Quando arriviamo a comprendere che dentro di noi non abita un nemico ma bensì un essere pieno di [[speranza|speranze]] e [[fallimento|fallimenti]], un essere nel quale vediamo in rapida successione di immagini, bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e [[risentimento]]. Se arriviamo a comprendere che il nostro nemico è un essere che ha vissuto anch’egli con speranze e fallimenti, un essere nel quale ci sono stati bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e risentimento, avremo messo una sguardo umanizzatore sulla pelle della mostruosità. <br />
<br />
Questo cammino verso la riconciliazione non sorge spontaneamente, così come non sorge spontaneamente il cammino verso la [[nonviolenza]]. Perché entrambi richiedono una grande comprensione e la formazione di una ripugnanza fisica della [[violenza]]. <br />
<br />
Non saremo noi a giudicare gli errori, nostri o altrui, a questo fine ci saranno i risarcimenti umani e la [[giustizia]] umana e sarà la statura dei tempi quella che eserciterà il suo dominio, perché io non voglio giudicarmi né giudicare... voglio comprendere in profondità per pulire la mia mente da ogni risentimento. <br />
<br />
Riconciliare non è dimenticare né perdonare, è riconoscere tutto quello che è accaduto e proporsi di uscire dal circolo vizioso del risentimento. È scorrere lo sguardo per riconoscere gli errori in se’ e negli altri. Riconciliarsi internamente è proporsi di non passare per lo stesso cammino due volte, ma disporsi a riparare doppiamente i danni prodotti. Però è chiaro che a coloro che ci hanno offeso non possiamo chiedere di riparare doppiamente i danni che ci hanno provocato. Tuttavia, è un buon compito far vedere loro la catena di danni che continuano a trascinarsi nella loro vita. Facendo ciò ci riconciliamo con chi abbiamo sentito prima come un nemico, anche se ciò non fa si’ che l'altro si riconcili con noi, ma questo fa già parte del destino delle sue azioni, sulle quali noi non possiamo decidere. <br />
<br />
Stiamo dicendo che la riconciliazione non è reciproca tra le persone ed anche che la riconciliazione con se stessi non comporta come conseguenza che altri escano dal loro circolo vizioso, anche se si possono riconoscere i benefici sociali di una simile posizione individuale. <br />
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[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria:work in progress]]<br />
[[es:reconciliación]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Riconciliazione&diff=32971Riconciliazione2019-02-05T09:14:27Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>La riconciliazione personale è un atto interno, unilaterale, di conversione di immagini del passato.<br />
<br />
La riconciliazione ha assunto significati abbastanza diversi in contesti religiosi e politici. In tempi recenti le ''Commissioni per la Verità e la Riconciliazione'', come quella promossa da Nelson Mandela in Sudafrica, hanno posto, a livello sociale, un tema che prima era circoscritto in ambito religioso e spirituale.<br />
Sul tema della riconciliazione [[Silo]] ha tenuto uno dei suoi ultimi discorsi nel corso delle Giornate di Riflessione Spirituale tenutesi nel Parco di Studi e Riflessione di Punta de vacas, il 5 Maggio del 2007.<br />
<br />
Ecco qua un estratto di quel discorso:<br />
<br />
Questi sono giorni di Riconciliazione. Riconciliazione sincera con noi stessi e con coloro che ci hanno ferito. In quelle relazioni dolorose che abbiamo patito non stiamo cercando di perdonare né di essere perdonati. Il perdono richiede che uno dei termini si metta ad un'altezza morale superiore e che l'altro termine si umili di fronte a chi perdona. Ed è chiaro che il [[perdono]] è un passo più avanzato di quello della [[vendetta]], ma non lo è tanto quanto quello della riconciliazione. <br />
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Neppure stiamo cercando di dimenticare le offese che ci siano state. Non è il caso di tentare la falsificazione della memoria. È il caso di cercare di comprendere quello che è accaduto per entrare nel passo superiore del riconciliare. Niente di buono si ottiene personalmente o socialmente con l’[[oblio]] o col [[perdono]]. Né [[oblio]] né [[perdono]]! Perché la mente deve rimanere fresca ed attenta senza dissimulazioni né falsificazioni. Stiamo considerando ora il punto più importante della Riconciliazione che non ammette adulterazioni. Se cerchiamo la riconciliazione sincera con noi stessi e con quelli che ci hanno ferito intensamente è perché vogliamo una trasformazione profonda della nostra vita. Una trasformazione che ci tiri fuori dal [[risentimento]] nel quale, in definitiva, nessuno si riconcilia con nessuno e neanche con sé stesso. Quando arriviamo a comprendere che dentro di noi non abita un nemico ma bensì un essere pieno di [[speranza|speranze]] e [[fallimento|fallimenti]], un essere nel quale vediamo in rapida successione di immagini, bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e [[risentimento]]. Se arriviamo a comprendere che il nostro nemico è un essere che ha vissuto anch’egli con speranze e fallimenti, un essere nel quale ci sono stati bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e risentimento, avremo messo una sguardo umanizzatore sulla pelle della mostruosità. <br />
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Questo cammino verso la riconciliazione non sorge spontaneamente, cosi’ come non sorge spontaneamente il cammino verso la non violenza. Perché entrambi richiedono una grande comprensione e la formazione di una ripugnanza fisica della [[violenza]]. <br />
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Non saremo noi a giudicare gli errori, nostri o altrui, a questo fine ci saranno i risarcimenti umani e la [[giustizia]] umana e sarà la statura dei tempi quella che eserciterà il suo dominio, perché io non voglio giudicarmi né giudicare... voglio comprendere in profondità per pulire la mia mente da ogni risentimento. <br />
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Riconciliare non è dimenticare né perdonare, è riconoscere tutto quello che è accaduto e proporsi di uscire dal circolo vizioso del risentimento. È scorrere lo sguardo per riconoscere gli errori in se’ e negli altri. Riconciliarsi internamente è proporsi di non passare per lo stesso cammino due volte, ma disporsi a riparare doppiamente i danni prodotti. Però è chiaro che a coloro che ci hanno offeso non possiamo chiedere di riparare doppiamente i danni che ci hanno provocato. Tuttavia, è un buon compito far vedere loro la catena di danni che continuano a trascinarsi nella loro vita. Facendo ciò ci riconciliamo con chi abbiamo sentito prima come un nemico, anche se ciò non fa si’ che l'altro si riconcili con noi, ma questo fa già parte del destino delle sue azioni, sulle quali noi non possiamo decidere. <br />
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Stiamo dicendo che la riconciliazione non è reciproca tra le persone ed anche che la riconciliazione con se stessi non comporta come conseguenza che altri escano dal loro circolo vizioso, anche se si possono riconoscere i benefici sociali di una simile posizione individuale. <br />
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[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria:work in progress]]<br />
[[es:reconciliación]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Riconciliazione&diff=32961Riconciliazione2019-02-05T09:09:41Z<p>Humanipedia: </p>
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<div>La riconciliazione personale è un atto interno, unilaterale, di conversione di immagini del passato.<br />
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La riconciliazione ha assunto significati abbastanza diversi in contesti religiosi e politici. In tempi recenti le ''Commissioni per la Verità e la Riconciliazione'', come quella promossa da Nelson Mandela in Sudafrica, hanno posto, a livello sociale, un tema che prima era circoscritto in ambito religioso e spirituale.<br />
Sul tema della riconciliazione [[Silo]] ha tenuto uno dei suoi ultimi discorsi nel corso delle Giornate di Riflessione Spirituale tenutesi nel Parco di Studi e Riflessione di Punta de vacas, il 5 Maggio del 2007.<br />
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Ecco qua un estratto di quel discorso:<br />
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Questi sono giorni di Riconciliazione. Riconciliazione sincera con noi stessi e con coloro che ci hanno ferito. In quelle relazioni dolorose che abbiamo patito non stiamo cercando di perdonare né di essere perdonati. Il perdono richiede che uno dei termini si metta ad un'altezza morale superiore e che l'altro termine si umili di fronte a chi perdona. Ed è chiaro che il [[perdono]] è un passo più avanzato di quello della [[vendetta]], ma non lo è tanto quanto quello della riconciliazione. <br />
<br />
Neppure stiamo cercando di dimenticare le offese che ci siano state. Non è il caso di tentare la falsificazione della memoria. È il caso di cercare di comprendere quello che è accaduto per entrare nel passo superiore del riconciliare. Niente di buono si ottiene personalmente o socialmente con l’[[oblio]] o col [[perdono]]. Né [[oblio]] né [[perdono]]! Perché la mente deve rimanere fresca ed attenta senza dissimulazioni né falsificazioni. Stiamo considerando ora il punto più importante della Riconciliazione che non ammette adulterazioni. Se cerchiamo la riconciliazione sincera con noi stessi e con quelli che ci hanno ferito intensamente è perché vogliamo una trasformazione profonda della nostra vita. Una trasformazione che ci tiri fuori dal [[risentimento]] nel quale, in definitiva, nessuno si riconcilia con nessuno e neanche con sé stesso. Quando arriviamo a comprendere che dentro di noi non abita un nemico ma bensì un essere pieno di [[speranza|speranze]] e [[fallimento|fallimenti]], un essere nel quale vediamo in rapida successione di immagini, bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e [[risentimento]]. Se arriviamo a comprendere che il nostro nemico è un essere che ha vissuto anch’egli con speranze e fallimenti, un essere nel quale ci sono stati bei momenti di pienezza e momenti di frustrazione e risentimento, avremo messo una sguardo umanizzatore sulla pelle della mostruosità. <br />
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Questo cammino verso la riconciliazione non sorge spontaneamente, cosi’ come non sorge spontaneamente il cammino verso la non violenza. Perché entrambi richiedono una grande comprensione e la formazione di una ripugnanza fisica della [[violenza]]. <br />
<br />
Non saremo noi a giudicare gli errori, nostri o altrui, a questo fine ci saranno i risarcimenti umani e la [[giustizia]] umana e sarà la statura dei tempi quella che eserciterà il suo dominio, perché io non voglio giudicarmi né giudicare... voglio comprendere in profondità per pulire la mia mente da ogni risentimento. <br />
<br />
Riconciliare non è dimenticare né perdonare, è riconoscere tutto quello che è accaduto e proporsi di uscire dal circolo vizioso del risentimento. È scorrere lo sguardo per riconoscere gli errori in se’ e negli altri. Riconciliarsi internamente è proporsi di non passare per lo stesso cammino due volte, ma disporsi a riparare doppiamente i danni prodotti. Però è chiaro che a coloro che ci hanno offeso non possiamo chiedere di riparare doppiamente i danni che ci hanno provocato. Tuttavia, è un buon compito far vedere loro la catena di danni che continuano a trascinarsi nella loro vita. Facendo ciò ci riconciliamo con chi abbiamo sentito prima come un nemico, anche se ciò non fa si’ che l'altro si riconcili con noi, ma questo fa già parte del destino delle sue azioni, sulle quali noi non possiamo decidere. <br />
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Stiamo dicendo che la riconciliazione non è reciproca tra le persone ed anche che la riconciliazione con se stessi non comporta come conseguenza che altri escano dal loro circolo vizioso, anche se si possono riconoscere i benefici sociali di una simile posizione individuale. <br />
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[[categoria: termini originali]]<br />
[[categoria:work in progress]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Gennaio,_5&diff=32951Gennaio, 52019-01-21T10:57:43Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>* 1966 primo Festival Mondiale di Arte e Cultura Negra, a Dakar<br />
* 1932 nasce a Alessandria [https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Eco Umberto Eco]<br />
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[[Categoria: Almanacco della Nazione Umana Universale]]<br />
<br />
[[es: Enero, 5]]<br />
[[en: January, 5]]<br />
[[fr: Janvier, 5]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Internazionalismo&diff=32941Internazionalismo2019-01-07T10:08:54Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>L'internazionalismo e le dottrine internazionaliste presentano importanti differenze tra loro, e si tratta a volte di posizioni inconciliabili, com'è il caso della concezione dell'[[imperialismo]] internazionalista e della concezione del [[Nuovo Umanesimo]] internazionalista ([[mondializzazione]]).<br />
<br />
Sin dall'antichità, gli imperi hanno sacrificato le realtà locali e regionali sugli altari dell'internazionalismo. In occidente, il Sacro romano impero germanico opponeva ai resti del [[feudalesimo]] una concezione più ampia, che si può indicare come di segno “internazionalista”. Successivamente, e soprattutto a seguito delle rivoluzioni americana e francese, prese corpo l'idea dello [[Stato]] nazionale basato su un territorio definito, su una lingua e su una certa omogeneità culturale, che a sua volta sottomette le realtà delle regioni interne e delle varie località. In seguito, numerose correnti socialiste fondarono il loro internazionalismo sulla [[cooperazione]] del proletariato, indipendentemente dalla loro appartenenza nazionale.<br />
<br />
Il [[Nuovo Umanesimo]] è internazionalista, purché venga rispettata la diversità di culture e di regioni. Basa il proprio internazionalismo, appunto, sulla “convergenza della diversità, verso una [[Nazione Umana Universale|nazione umana universale]]”. Il [[Nuovo Umanesimo]] favorisce la creazione di federazioni regionali e di una confederazione mondiale basata su un sistema di [[democrazia]] reale.<br />
<br />
L'internazionalismo è la posizione opposta al [[nazionalismo]]. Pone in evidenza una realtà determinante maggiore di quella dello [[Stato]] nazionale, realtà in cui le [[società]] finiscono per sperimentare e conoscere l'esistenza di un sistema mondiale oppressivo che deve essere modificato. Man mano che l'internazionalismo imperialista avanza e demolisce lo [[Stato]] nazionale crescono la disuguaglianza, la [[discriminazione]] e lo sfruttamento, ma anche nel concentramento del [[potere]] imperialista si verifica l'aumento di entropia che condurrà il futuro impero mondiale al caos generale. Gli internazionalisti, in questa emergenza, identificano i loro interessi con quelli di tutta l'[[umanità]] che subisce gli effetti di uno stesso sistema globalizzato.<br />
<br />
[[categoria: Dizionario del Nuovo Umanesimo]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=Umanesimo_Universalista&diff=32931Umanesimo Universalista2019-01-03T15:55:26Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Detto anche [[Nuovo Umanesimo]]. È caratterizzato dalla sottolineatura dell'[[atteggiamento umanista]]. Questo atteggiamento non è una filosofia ma una prospettiva, una sensibilità e un modo di vivere il rapporto con gli altri esseri umani. L'umanesimo universalista sostiene che in tutte le culture, nel loro miglior [[momento umanista|momento]] di creatività, l'[[atteggiamento umanista]] pervade l'[[ambiente]] sociale. Vengono così ripudiate la [[discriminazione]], le guerre e, in generale, la [[violenza]]. La [[libertà]] di idee e di credenze assume forte impulso e ciò incoraggia, a sua volta, la ricerca e la creatività nella [[scienza]], nell'arte e nelle altre espressioni sociali. In ogni caso, l'umanesimo universalista propone un [[dialogo]] non astratto né istituzionale tra culture, ma l'accordo sui punti essenziali e la reciproca collaborazione tra rappresentanti di diverse culture, basandosi su “momenti” umanisti simmetrici (vedi [[momento umanista]]). Il panorama generale delle idee dell'umanesimo universalista è delineato nel documento del movimento umanista ( vedi [[umanista, documento]]).<br />
<br />
= Conferenza di Silo: Cosa intendiamo oggi per Umanesimo Universalista=<br />
<br />
Conferenza presso la Comunità Emanu-el, sede dell'ebraismo liberale in Argentina. Buenos Aires, 24 Novembre 1994<br />
<br />
<br />
Ringrazio la comunità Emanu-El ed il rabbino Sergio Bergman per l’opportunità che oggi mi offrono di parlare qui. Ringrazio per la loro presenza i membri della comunità, i correlatori e, in generale, gli amici dell’[[umanesimo]].<br />
<br />
Il titolo della presente dissertazione postula l’esistenza di un [[umanesimo]] universale: ma, com’è evidente, si tratta di un’affermazione che dovrà essere provata. Per farlo bisognerà innanzitutto chiarire che cosa si intenda per “umanesimo”, dato che sul significato di questa parola non esiste un accordo generale e quindi sarà necessario chiederci se l’“umanesimo” sia proprio di una regione del mondo, di una cultura, o se non faccia parte piuttosto delle radici e del patrimonio di tutta l’umanità. Sarà anche opportuno mettere subito in chiaro da dove sorge il nostro interesse per questi temi perché, al non farlo, qualcuno potrebbe pensare che siamo motivati da una semplice curiosità storica o magari da uno sfoggio nozionistico di cultura. L’umanesimo ha per noi il merito speciale di essere non solo storia ma anche progetto per un mondo futuro e strumento attuale d’azione. <br />
<br />
Ci interessa un umanesimo che contribuisca al miglioramento della vita, che crei un fronte contro la discriminazione, il fanatismo, lo sfruttamento e la violenza. In un mondo che corre verso la globalizzazione e che mostra i sintomi dello scontro tra culture, etnie e regioni, deve esistere un umanesimo universalista, plurale, basato sulla convergenza. In un mondo in cui i paesi, le istituzioni ed i rapporti umani tendono a destrutturarsi, deve esistere un umanesimo capace di stimolare la ricomposizione delle forze sociali. In un mondo che ha smarrito il senso e la direzione della vita deve esistere un umanesimo capace di creare una nuova atmosfera di riflessione grazie alla quale venga meno l’opposizione irriducibile tra il personale ed il sociale o tra il sociale ed il personale. Ci interessa un umanesimo creativo, non un umanesimo ripetitivo; un nuovo umanesimo che abbia chiari i paradossi di quest’epoca ed aspiri a risolverli. Questi temi, per qualche verso apparentemente contraddittori, verranno trattati in modo più dettagliato nel corso di questo intervento.<br />
<br />
Con la domanda: “Che cosa intendiamo oggi per umanesimo?”, stiamo puntando tanto all’origine quanto allo stato attuale della questione. Inizieremo il nostro studio dall’umanesimo storicamente riconoscibile in Occidente, lasciando però aperta la possibilità di portare avanti la ricerca anche in altre parti del mondo dove l’atteggiamento umanista era presente già prima della coniazione di termini come “umanesimo”, “umanista” o simili. Gli aspetti più rilevanti di questo atteggiamento, che costituisce il tratto comune degli umanisti di tutte le culture, possono essere descritti così: 1. Si riconosce all’essere umano una posizione centrale sia come valore sia come preoccupazione; 2. si sostiene l’uguaglianza di tutti gli esseri umani; 3. si accettano e si valorizzano le diversità personali e culturali; 4. si tende a sviluppare la conoscenza al di là di quanto accettato, fino a quel momento, come verità assoluta; 5. si sostiene la libertà di professare qualunque idea e credenza; 6. si ripudia la violenza.<br />
<br />
Se ci addentriamo nella cultura europea ed in modo particolare in quella dell’Italia prerinascimentale, risulta che gli studia humanitatis (lo studio delle “materie umanistiche”) erano incentrati sulla conoscenza delle lingue greca e latina e ponevano particolare enfasi sugli autori “classici”. Le “materie umanistiche” comprendevano: storia, poesia, retorica, grammatica, letteratura e filosofia morale. Esse affrontavano questioni genericamente umane, a differenza delle materie proprie dei giuristi, degli studiosi di canoni e leggi e degli artisti, che erano finalizzate ad una formazione specificamente professionale. Ovviamente anche questi studiosi utilizzavano, per la propria qualificazione, elementi propri delle materie umanistiche ma i loro studi erano incentrati di preferenza sulle applicazioni pratiche proprie delle loro rispettive professioni. La differenza tra “umanisti” e “professionisti” si andò accentuando nella misura in cui i primi approfondirono gli studi classici e la ricerca su altre culture; si creò così una sorta di separazione tra la formazione professionale e l’interesse per tutto ciò che era genericamente umano e per le umane attività. Questa tendenza continuò: gli studi degli “umanisti” arrivarono ben presto a toccare campi molto lontani da quelle che all’epoca venivano intese come “materie umanistiche”, ed è così che prese le mosse la grande rivoluzione culturale del Rinascimento.<br />
<br />
In realtà, l’atteggiamento umanista si era sviluppato molto prima e di esso possiamo trovare traccia nei temi trattati dai “poeti goliardi” e dalle scuole delle cattedrali francesi del XII secolo. Invece la parola umanista, che designava un certo tipo di studioso, cominciò ad essere usata in Italia solo a partire dal 1538. Su questo punto rimando alle osservazioni di A. Campana ed al suo articolo The origin of the word ‘humanist’ pubblicato nel 1946. Dico tutto questo per sottolineare il fatto che i primi umanisti non si riconoscevano affatto in tale designazione, che entrerà in uso solo molto più tardi. E qui sarà opportuno ricordare come parole affini, quali humanistische (“umanistico”), secondo gli studi di Walter Rüegg, comincino ad essere utilizzate nel 1784, mentre humanismus (“umanesimo”) inizi a diffondersi solo nel 1808 a partire dai lavori di Niethammer. E’ verso la metà del secolo scorso che il termine “umanesimo” circola in quasi tutte le lingue. Stiamo parlando, pertanto, di designazioni recenti e di interpretazioni di fenomeni che furono vissuti dai loro protagonisti in un modo molto diverso da quello ammesso dalla storiografia o dalla storia della cultura del secolo scorso. Questo punto non mi sembra ozioso e vorrei riprenderlo più avanti quando esaminerò i diversi significati che la parola “umanesimo” ha assunto fino ad oggi.<br />
Se mi si concede una digressione dirò che nel momento attuale questo substrato storico persiste ancora e con esso la distinzione tra lo studio delle materie umanistiche che si impartisce nelle università od in istituti specializzati e l’atteggiamento “umanista” definito non dalla direzione degli interessi professionali delle persone che ne sono portatrici ma dal fatto che per esse il fenomeno umano risulta costituire la preoccupazione centrale. Oggi quando qualcuno si definisce “umanista” non lo fa riferendosi ai suoi studi di “materie umanistiche” e, parallelamente, uno studente od uno studioso di “materie umanistiche” non per questo si considera “umanista”. L’atteggiamento “umanista” è quasi generalmente inteso in senso più ampio, quasi totalizzante, al di là delle specializzazioni accademiche.<br />
<br />
Nel mondo accademico occidentale si suole dare il nome di “umanesimo” a quel processo di trasformazione della cultura che prese le mosse in Italia, ed in particolare a Firenze, tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400 e che, con il Rinascimento, giunse a coinvolgere l’Europa intera. L’umanesimo si caratterizzò per il suo interesse per le humanae litterae (che erano gli scritti che trattavano le cose umane), intese in contrapposizione alle divinae litterae (che si riferivano invece alla divinità). E questo è uno dei motivi per cui ai suoi esponenti venne dato il nome di “umanisti”. Secondo questa interpretazione, l’umanesimo risulta essere stato, alle origini, un fenomeno letterario caratterizzato da una netta tendenza a rivalutare i contributi della cultura greco-latina, soffocati dalla visione cristiana medievale. Va notato come la nascita di questo fenomeno culturale non sia dovuta alla semplice modificazione endogena dei fattori economici, sociali e politici della società occidentale, quanto piuttosto al fatto che questa abbia recepito le influenze trasformatrici provenienti da altri ambienti e civiltà. L’intenso contatto con la cultura ebraica e con quella musulmana e l’ampliamento dell’orizzonte geografico crearono un contesto che incentivò la preoccupazione per l’umano in generale e per la scoperta delle cose umane.<br />
<br />
Credo che [[Puledda, Salvatore|Salvatore Puledda]] sia nel giusto quando descrive, nel suo [[Interpretazioni dell’Umanesimo]], il mondo europeo medievale preumanista come un ambiente chiuso, dal punto di vista temporale e fisico, che tendeva a negare l’importanza del contatto, che di fatto avveniva, con altre culture. La storia, dal punto di vista medievale, è la storia del peccato e della redenzione; la conoscenza di altre civiltà non illuminate dalla grazia di Dio non riveste grande interesse; il futuro prepara semplicemente l’Apocalisse ed il giudizio di Dio. La Terra è immobile e sta al centro dell’universo, secondo la concezione tolemaica; il tutto è circondato dalle stelle fisse ed il movimento circolare delle sfere planetarie è dovuto all’azione di forze angeliche. Questo sistema termina nell’empireo, sede di Dio, motore immobile che tutto muove. <br />
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L’organizzazione sociale è coerente con questa visione: una struttura gerarchica ereditaria differenzia i nobili dai servi; al vertice della piramide stanno il Papa e l’Imperatore, a volte alleati, a volte in lotta per il predominio gerarchico. Il regime economico medievale, per lo meno fino al secolo XI, è anch’esso un sistema chiuso, fondato sul consumo del prodotto nel luogo di produzione. La circolazione monetaria è scarsa, il commercio è difficile e lento. L’Europa è una potenza continentale assediata poiché il mare, in quanto via di scambio commerciale, è in mano ai bizantini e agli arabi. Ma i viaggi di Marco Polo ed il suo contatto con le culture e la tecnologia dell’estremo oriente; i centri di insegnamento della Spagna, dai quali i maestri ebrei, arabi e cristiani irradiano il sapere; la ricerca di nuove vie commerciali che aggirino la barriera creata dal conflitto bizantino-musulmano; la formazione di una classe mercantile sempre più attiva; la crescita di una borghesia cittadina ogni giorno più potente ed infine lo svilupparsi di istituzioni politiche più efficienti, quali le signorie in Italia, tutto questo insieme di fattori determinano un cambiamento profondo nell’atmosfera sociale e questo cambiamento permette lo sviluppo dell’atteggiamento umanista. Non dimentichiamo che tale processo conosce l’alternarsi ripetuto di progressi e regressi e questo fin quando il nuovo atteggiamento non diventa cosciente.<br />
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Cento anni dopo Petrarca (1304-1374) la conoscenza dei classici è quasi dieci volte maggiore che in tutti i mille anni precedenti. Petrarca ricerca e studia gli antichi manoscritti nel tentativo di correggere una memoria storica deformata; hanno inizio con lui la tendenza alla ricostruzione del passato ed un nuovo punto di vista sullo scorrere della storia, allora ostacolato dall’immobilismo proprio dell’epoca. Un altro dei primi umanisti, Manetti, nella sua opera De dignitate et excellentia hominis (Sulla dignità e l’eccellenza dell’uomo), rivendica la dignità dell’essere umano contro il Contemptus mundi, il disprezzo del mondo, predicato da quel monaco Lotario che in seguito divenne Papa con il nome di Innocenzo III. Quindi Lorenzo Valla nel suo De voluptate (Sul piacere) attacca il concetto etico del dolore vigente nella società del suo tempo. E così, mentre il sistema economico e le strutture sociali si modificano, gli umanisti si sforzano di rendere cosciente questo processo di trasformazione producendo un’immensa quantità di opere grazie alle quali l’umanesimo prende forma a poco a poco. Ma l’umanesimo ben presto travalicherà l’ambito strettamente culturale e finirà per mettere in discussione le strutture del potere in mano alla Chiesa ed al monarca.<br />
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Numerosi specialisti hanno messo in evidenza come già nell’umanesimo prerinascimentale compaia una nuova immagine dell’essere umano e della personalità umana. Secondo questa nuova concezione, la personalità umana si costruisce e si esprime nell’azione ed è in tal senso che la volontà viene ad assumere un’importanza maggiore dell’intelligenza speculativa. Parallelamente si fa strada una nuova attitudine nei confronti della natura: questa non è più una valle di lacrime creata da Dio per i mortali bensì l’ambiente dell’essere umano ed in alcuni casi la sede ed il corpo della stessa divinità. Questa nuova attitudine favorisce lo studio dei diversi aspetti del mondo materiale e fa sorgere la tendenza a spiegare tale mondo sulla base di un insieme di forze immanenti senza ricorrere a concetti teologici. Da questo deriva un netto orientamento verso la sperimentazione e verso il dominio delle leggi naturali. Il mondo è ora il regno dell’uomo e sta a lui dominarlo grazie al sapere, grazie alle Scienze.<br />
Proprio sulla base di questo orientamento, gli studiosi del XIX secolo hanno annoverato tra gli “umanisti” non soltanto personalità letterarie ma hanno collocato, a fianco di Nicola di Cusa, Rodolfo Agricola, Juan Reuchlin, Erasmo, Tommaso Moro, Jacques Lefevre, Charles Bouillé, Juan Vives, anche Leonardo e Galileo.<br />
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E’ noto come molti temi introdotti dagli umanisti abbiano esercitato un’influenza che è andata ben oltre il periodo rinascimentale: essa è infatti rintracciabile negli enciclopedisti e nei rivoluzionari del XVIII secolo. Ma dopo le rivoluzioni americana e francese ha inizio il declino dell’atteggiamento umanista che finisce per scomparire. L’idealismo critico, l’idealismo assoluto ed il romanticismo, ispiratori di filosofie politiche assolutiste, si lasciano alle spalle l’idea che l’essere umano sia il valore centrale e trasformano l’essere umano stesso nell’epifenomeno di altre forze. Questa “cosificazione”, questo”lui” al posto di un “tu”, come farà notare con acutezza Martin Buber, si affermano ben presto in tutto il pianeta. Ma la tragedia delle due guerre mondiali tocca le radici stesse della società e così, di fronte a qualcosa che sembra assurdo, sorge nuovamente la domanda: quale è il significato dell’essere umano? Questa domanda si fa presente soprattutto nelle cosiddette “filosofie dell’esistenza”. Alla fine di questo intervento tornerò sulla situazione dell’umanesimo contemporaneo. Per ora vorrei mettere in risalto alcuni aspetti fondamentali dell’umanesimo e, tra questi, l’atteggiamento antidiscriminatorio e la tendenza all’universalità.<br />
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I temi della tolleranza reciproca e quello della convergenza sulla base della tolleranza sono molto cari all’umanesimo e per questo vorrei sottoporre nuovamente alla vostra attenzione quanto spiegato dal professor Bauer nella sua conferenza del 3 novembre scorso. Bauer si è espresso in questi termini:<br />
“Nella società feudale musulmana, in particolare in Spagna, la situazione degli ebrei era molto diversa. Di una loro emarginazione sociale non è possibile nemmeno parlare, così come non è possibile parlarne nel caso dei cristiani. E solo in via del tutto eccezionale potevano insorgere quelle tendenze che oggi chiameremmo “fondamentaliste”. La religione dominante non si identificava con l’ordine sociale nella stessa misura in cui ciò avveniva nell’Europa cristiana. Analogamente, non è davvero il caso di usare termini quali “divisione ideologica”, per quanto esistessero, parallelamente ed in rapporto di tolleranza reciproca, culti differenti. Si frequentavano insieme, senza divisioni, le scuole e le università ufficiali; cosa, questa, inconcepibile nella società cristiana medievale. Il grande Maimonide in gioventù fu discepolo ed amico del filosofo arabo Ibn Roshd (Averroè). E se è vero che, più tardi, gli ebrei e lo stesso Maimonide subirono pressioni e persecuzioni da parte dei fanatici di origine africana che si erano impadroniti del potere nell’al-Andalus, è vero anche che Averroè per loro non era che un eretico per cui non sfuggì alla condanna. In un’atmosfera di questo genere sì che poteva nascere, tanto da parte dei musulmani che degli ebrei, un umanesimo ampio e profondo... In Italia la situazione era simile, non solo durante il breve periodo della dominazione islamica in Sicilia ma anche in seguito e per molto tempo addirittura durante il dominio diretto del Papato. Un monarca di origine tedesca, Federico II di Hohenstaufen, che regnava in Sicilia ed era egli stesso poeta, ebbe l’audacia di dichiarare che il proprio regime era fondato su una triplice base ideologica: la cristiana, l’ebrea e la musulmana e di arrivare a stabilire, attraverso quest’ultima, la continuità con la filosofia greca classica.”<br />
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Fin qui la citazione.<br />
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Per quanto attiene all’umanesimo nelle culture ebrea ed araba non c’è alcuna difficoltà a rinvenirne le tracce; vorrei limitarmi a riportare alcune osservazioni dell’accademico russo Artur Sagadeev tratte dalla conferenza da lui tenuta a Mosca nel novembre dell’anno passato, dal titolo “L’umanesimo nel pensiero musulmano classico”. Sagadeev ha osservato:<br />
“(...) l’umanesimo nel mondo musulmano poggiava sullo sviluppo delle città e sulla loro cultura. Dalle cifre che seguono sarà possibile farsi un’idea del grado di urbanizzazione del mondo musulmano: nelle tre più grandi città della Savad - ovvero, la Mesopotamia meridionale - e nelle due più grandi dell’Egitto viveva all’incirca il venti per cento della popolazione complessiva. La percentuale dei residenti in città con una popolazione superiore ai centomila abitanti superava, nella Mesopotamia e nell’Egitto dei secoli VIII e X, quella di paesi dell’Europa Occidentale del secolo XIX quali l’Inghilterra, l’Olanda, il Galles o la Francia. Secondo i calcoli più accurati, Bagdad contava a quel tempo quattrocentomila abitanti, e la popolazione di città come Fustat (che in seguito divenne Il Cairo), Cordova, Alessandria, Kufa e Bassora era compresa tra i cento e i duecentomila abitanti. La concentrazione nelle città di grandi risorse provenienti dal commercio e dalle tasse determinò, nel Medioevo, la nascita di una frangia piuttosto numerosa di intellettuali, portò ad una dinamizzazione della vita spirituale e creò una situazione di prosperità per la scienza, la letteratura e le arti. Al centro dell’attenzione, in ogni campo, stava l’essere umano, inteso sia come genere umano che come personalità singola. Va sottolineato come il mondo musulmano, a differenza dell’Europa medievale, non abbia conosciuto una divisione negli orientamenti assiologici tra la cultura urbana e la cultura ad essa opposta, che in Europa era rappresentata dagli abitanti dei monasteri e da quelli dei castelli feudali. I responsabili dell’educazione teologica ed i gruppi sociali che nel mondo musulmano svolgevano una funzione analoga a quelli feudali in Europa vivevano nelle città, dove subivano l’influenza poderosa della cultura che si era formata tra i cittadini musulmani facoltosi. Possiamo farci un’idea di quale fosse l’orientamento assiologico di tali abitanti, prendendo in esame il gruppo di riferimento che tendevano ad imitare, perché incarnava quei tratti distintivi considerati indispensabili in una persona illustre e ben educata. Tale gruppo di riferimento era costituito dagli Adib, persone di vasti interessi, istruite e dotate di profondo senso morale. L’Adab, vale a dire l’insieme delle qualità proprie dell’Adib, comportava profondi ideali di condotta nella vita cittadina e di corte, la raffinatezza e l’umorismo e, per la sua funzione intellettuale e morale, era sinonimo di quel che i greci avevano indicato con la parola ‘paideia’ ed i latini con ‘humanitas’. Gli Adib incarnavano gli ideali dell’umanesimo e nel contempo ne diffondevano le idee, che a volte assumevano la forma di lapidarie sentenze, quali: ‘l’uomo è il problema dell’uomo’; ‘chi attraversa il nostro mare non troverà altra sponda se non se stesso’. L’insistenza sul destino terreno dell’essere umano, così tipica degli Adib, li portava a volte allo scetticismo religioso; anzi, tra le loro fila non mancavano figure assai in vista che ostentavano il proprio ateismo. L’Adab inizialmente indicava le norme di comportamento, l’etichetta, dei beduini; il termine assunse un significato propriamente umanista quando il Califfato, per la prima volta da Alessandro Magno, divenne il centro di interrelazione tra differenti tradizioni culturali e tra differenti gruppi confessionali, il centro che univa il Mediterraneo al mondo indo-iraniano. Nel periodo di prosperità della cultura musulmana medievale, l’Adab attribuì alla conoscenza della filosofia greca antica un grandissimo valore ed assimilò i programmi educativi dei filosofi greci. Per la messa in pratica di tali programmi i musulmani disponevano di enormi possibilità: basti dire che, secondo il calcolo degli specialisti, nella sola Cordova si concentravano più libri che in tutta Europa, escludendo l’al-Andalus. Il Califfato, divenuto centro di influenze reciproche tra culture diverse, mescolando tra loro differenti gruppi etnici, contribuì alla formazione di un altro elemento dell’umanesimo: l’universalismo, ovvero l’idea dell’unità del genere umano. La formazione di questa idea aveva come correlato nella vita reale il fatto che le terre abitate dai musulmani si estendevano dal corso del Volga a Nord fino al Madagascar a Sud e dalla costa atlantica dell’Africa ad Occidente fino alla costa pacifica dell’Asia ad Oriente. Anche dopo la disintegrazione dell’Impero musulmano che portò alla formazione, sulle sue rovine, di piccoli stati comparabili ai possedimenti dei successori di Alessandro Magno, i fedeli dell’Islam continuarono a vivere uniti da una sola religione, una sola lingua letteraria comune, una sola legge, una sola cultura e nella vita quotidiana continuarono ad avere rapporti con svariati gruppi confessionali molto diversi da loro, con i quali ci fu un continuo scambio di valori culturali. Lo spirito dell’universalismo dominava nei circoli scientifici (i ‘Madjalis’) i quali univano musulmani, cristiani, ebrei ed atei che provenivano dagli angoli più remoti del mondo musulmano ma condividevano interessi intellettuali comuni. Li univa quella ‘ideologia dell’amicizia’ che in precedenza aveva unito le scuole filosofiche dell’antichità - quali, ad esempio, gli stoici, gli epicurei, i neoplatonici, ecc. - e che avrebbe tenuto unito, nel Rinascimento italiano, il circolo di Marsilio Ficino. Sul piano teorico, i princìpi dell’universalismo erano già stati elaborati nel quadro del Kalam o teologia speculativa; in seguito divennero il fondamento della concezione del mondo tanto per i filosofi razionalisti quanto per i mistici sufi. Nelle discussioni organizzate dai teologi Mutakallim (i ‘Maestri dell’Islam’), alle quali partecipavano i rappresentanti di differenti confessioni, la norma era dimostrare l’autenticità delle tesi non con riferimenti ai testi sacri, dato che questi non avrebbero offerto ai rappresentanti di altre religioni alcun sostegno per la discussione, ma basandosi esclusivamente sulla ragione umana”.<br />
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La lettura di questo brano di Sagadeev non rende merito della ricchezza di un lavoro che ci descrive costumi, vita quotidiana, arte, religiosità, diritto ed attività economica del mondo musulmano all’epoca del suo splendore umanista. Vorrei passare ora ad un’altra opera, anch’essa di un accademico russo, specializzato però nelle culture d’America. Il professor [[Semenov, Sergei |Sergei Semenov]], nel suo saggio monografico dello scorso agosto, intitolato Tradizioni e innovazioni umaniste nel mondo ibero-americano, utilizza un approccio completamente nuovo per la ricerca dell’atteggiamento umanista all’interno delle grandi culture dell’America precolombiana.<br />
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Vi lascio alle sue parole: “(...) Possiamo rintracciare nozioni di umanesimo in America centrale ed in America del Sud in epoca precolombiana. Nel primo caso si tratta del mito di Quetzalcoatl, nel secondo della leggenda di Viracocha, due divinità che rifiutavano i sacrifici umani, generalmente di prigionieri di guerra appartenenti ad altre tribù. I sacrifici umani erano comuni in America centrale prima della conquista spagnola. Tuttavia, tanto i miti e le leggende indigene che le cronache spagnole ed i monumenti della cultura materiale dimostrano come il culto di Quetzalcoatl, che compare negli anni 1200-1100 dell’era precedente alla nostra, sia strettamente legato, nella coscienza dei popoli di questa regione, alla lotta contro i sacrifici umani ed all’affermazione di norme morali che condannano l’assassinio, il furto e la guerra. Stando a quanto narrato da un ciclo di leggende, il governante tolteco della città di Tula, Topiltzin, che assunse il nome di Quetzalcoatl e visse nel secolo X della nostra era, aveva tutte le caratteristiche di un vero eroe culturale. Secondo tali leggende, egli insegnò agli abitanti di Tula l’arte dell’oreficeria, proibì di compiere sacrifici umani od animali ed ordinò che agli dei venissero offerti soltanto fiori, pane ed essenze profumate. Topiltzin condannava l’assassinio, la guerra ed il furto. Secondo la leggenda aveva l’aspetto di un uomo bianco ma non era biondo, bensì di capelli scuri. Alcuni dicono che scomparve nel mare, altri che ascese al cielo avvolto dalle fiamme, consegnando alla stella del mattino la speranza del suo ritorno. A questo eroe si attribuisce l’affermazione in America centrale dello stile di vita umanista denominato ‘toltecayotl’, che fu assimilato non solo dai toltechi ma anche dai popoli vicini che ereditarono le loro tradizioni. Questo stile di vita si basava su una serie di princìpi: fratellanza tra tutti gli esseri umani, ricerca di un continuo perfezionamento, venerazione per il lavoro, onestà, fedeltà alla parola data, studio dei segreti della natura e visione ottimista del mondo. Le leggende dei popoli maya dello stesso periodo testimoniano l’attività di un governante o sacerdote della città di Chichen-Itzà, fondatore della città di Mayapan, chiamato Kukulkan, equivalente maya di Quetzalcoatl. Un altro rappresentante della tendenza umanista in America centrale fu il governante della città di Texcoco, il filosofo e poeta Netzahualcoyotl, che visse tra il 1402 e il 1472. Anche questo saggio rifiutò i sacrifici umani, cantò l’amicizia tra i popoli ed esercitò una profonda influenza sulla cultura delle popolazioni del Messico. In America del Sud troviamo un movimento simile all’inizio del XV secolo. Esso è legato ai nomi dell’Inca Cuzi Yupanqui, che ricevette il nome di Pachacutéc, ‘il riformatore’, ed a quello di suo figlio Tupac Yupanqui, ed all’espandersi del culto di Viracocha. Così come era costume in America centrale, e come già prima di lui aveva fatto suo padre Ripa Yupanqui, Pachacutéc assunse il titolo di dio e si chiamò Viracocha. Le norme morali sulle quali si reggeva ufficialmente la società di Tahuantinsuyo erano legate al culto di Pachacutéc ed alle riforme da lui attuate. Pachacutéc, proprio come Topiltzin, aveva tutte le caratteristiche dell’eroe culturale.”<br />
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Termino qui la citazione da un’opera che è, ovviamente, ben più estesa e sostanziosa.<br />
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Con la lettura di questi due testi ho voluto mostrare alcuni esempi della presenza di quello che chiamiamo “atteggiamento umanista” in aree geografiche molto distanti tra loro, presenza che evidentemente possiamo rintracciare in certi periodi precisi per ciascuna cultura. E dico “periodi precisi” perché tale atteggiamento sembra ora retrocedere ed ora avanzare secondo un ritmo ondulatorio nel corso della storia ed addirittura scomparire definitivamente, in alcuni casi, in quei tempi senza ritorno che precedono il collasso di una civiltà. Comprenderete che stabilire dei legami tra civiltà per mezzo dei loro “momenti” umanisti è un compito arduo e di grande portata. Se nel momento attuale i gruppi etnici e religiosi si ripiegano su se stessi alla ricerca di una forte identità, questo significa che sta crescendo una sorta di sciovinismo culturale o regionale che minaccia di innescare uno scontro con altre etnie, culture o religioni. Ma la persona che legittimamente ama il proprio popolo e la propria cultura deve poter comprendere che in se stessa e nelle proprie radici è esistito o esiste un “momento umanista” che la rende universale per definizione e simile all’altra che ha di fronte. Si tratta, insomma, di differenze che non potranno essere spazzate via da nessuno. Si tratta di differenze che non costituiscono né una remora né un difetto né un fattore di ritardo ma che, al contrario, sono la ricchezza stessa dell’umanità. Il problema non sta nelle differenze bensì nel come portarle a convergere ed è ai “momenti umanisti” che mi riferisco quando parlo dei punti di convergenza.<br />
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Vorrei, per concludere, riprendere il discorso sullo stato della questione umanista nel momento attuale. Abbiamo detto che in seguito alle due catastrofi mondiali i filosofi dell’esistenza riaprirono il dibattito su un tema che sembrava morto e sepolto. Ma questo dibattito partì dall’ammissione che l’umanesimo fosse una filosofia quando in realtà non si trattò mai di una posizione filosofica ma di una prospettiva e di un atteggiamento di fronte alla vita ed alle cose. Se nel dibattito si dette per valida la descrizione dell’umanesimo propria del XIX secolo, non risulta strano che pensatori come Foucault abbiano accusato l’umanesimo di essere un prodotto tipico di quel secolo. Già prima Heidegger aveva espresso una posizione contraria all’umanesimo che aveva considerato, nella sua Lettera sull’Umanesimo, null’altro che un’ennesima “metafisica”. Forse la discussione si basò sulla posizione sostenuta dall’esistenzialismo sartriano che formulò la questione in termini filosofici. Osservando queste cose dalla prospettiva attuale ci sembra eccessivo accettare l’interpretazione di un fatto come il fatto stesso e, partendo da essa, attribuire al fatto determinate caratteristiche. Althusser, Lévi-Strauss e vari altri strutturalisti hanno fatto aperta professione di anti-umanesimo nelle loro opere, così come altri filosofi hanno difeso l’umanesimo intendendolo come una metafisica o quanto meno come un’antropologia. In realtà l’umanesimo storico occidentale non fu in nessun caso una filosofia, neppure in Pico della Mirandola od in Marsilio Ficino. Il fatto che numerosi filosofi condividessero un atteggiamento umanista non implica che questo fosse una filosofia. D’altra parte, se l’umanesimo del Rinascimento si interessò ai temi della “filosofia morale”, questa preoccupazione deve essere intesa come uno sforzo in più per porre fine alla manipolazione pratica operata in questo campo dalla filosofia scolastica medievale. Partendo dall’errore di interpretare l’umanesimo come una filosofia è facile arrivare a posizioni naturaliste come quelle espresse nello Humanist Manifesto del 1933, o a posizioni social-liberali come quelle dello Humanist Manifesto II del 1974. Stando così le cose, non sorprende che vari autori tra i quali Lamont abbiano definito il proprio umanesimo come naturalista ed anti-idealista, proclamando il rifiuto del soprannaturale, l’evoluzionismo radicale, l’inesistenza dell’anima, l’autosufficienza dell’uomo, la libertà della volontà, l’etica intra-mondana, il valore dell’arte e l’umanitarismo. Credo che tali autori abbiano tutto il diritto di caratterizzare così le proprie concezioni ma mi pare eccessivo sostenere che l’umanesimo storico si sia mosso all’interno di questo orizzonte. D’altra parte penso che la proliferazione di “umanesimi” negli anni recenti sia del tutto legittima, sempre che questi si presentino come forme particolari di umanesimo, senza la pretesa di assolutizzarne l’idea. Credo anche, infine, che l’umanesimo sia attualmente in condizioni di diventare una filosofia, una morale, uno strumento di azione ed uno stile di vita.<br />
La discussione filosofica portata avanti contro un umanesimo storico - ed in più localizzato in una precisa area geografica - è stata mal formulata. Il dibattito comincia solo ora e le obiezioni dell’anti-umanesimo dovranno dimostrare la loro validità confrontandosi con quanto il Nuovo Umanesimo universalista propone oggi. Dobbiamo riconoscere che tutta questa discussione ha avuto un tono un po’ provinciale e che ormai non è più possibile sostenere che l’umanesimo sia apparso in un’unica parte del mondo, che solo lì possa essere discusso e che il resto del mondo debba seguire quella specie di modello da esportazione. Concediamo pure che il copyright, il monopolio della parola “umanesimo”, appartenga ad una certa area geografica. Di fatto questa discussione si riferisce all’umanesimo occidentale, europeo ed in certa misura ciceroniano. Noi, però, abbiamo sostenuto che l’umanesimo non fu mai una filosofia ma una prospettiva ed un atteggiamento di fronte alla vita: allora, che cosa ci impedisce di estendere la nostra ricerca dall’Occidente ad altre regioni del pianeta e riconoscere che tale atteggiamento vi si manifestò in modo simile? Se, al contrario, fissiamo l’umanesimo storico come una filosofia e, per di più, come una filosofia specifica dell’Occidente, non solo commettiamo un errore ma finiamo anche per innalzare una barriera insuperabile che impedisce il dialogo con gli atteggiamenti umanisti di tutte le culture della Terra. Se mi permetto di insistere su questo punto non è solo per le conseguenze teoriche che la posizione di cui parlavamo ha avuto ma anche per le conseguenze negative che essa ha direttamente nella pratica.<br />
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Nell’umanesimo storico esisteva la profonda credenza che la conoscenza ed il controllo delle leggi naturali avrebbe portato alla liberazione dell’umanità, che tale conoscenza fosse patrimonio di tutte le culture e che si dovesse imparare da ciascuna di esse. Ma oggi abbiamo chiaro come il sapere, la conoscenza, la scienza e la tecnologia possano essere oggetto di manipolazione e come la conoscenza sia spesso servita da strumento di dominazione. Il mondo è cambiato e la nostra esperienza è cresciuta. <br />
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Alcuni hanno creduto che la religiosità abbrutisse la coscienza e quindi, per imporre paternalisticamente la libertà, si sono scagliati contro le religioni. Oggi emergono violente reazioni religiose che non rispettano la libertà di coscienza. Il mondo è cambiato e la nostra esperienza è cresciuta. Alcuni hanno pensato che qualunque differenza culturale costituisse una divergenza e che quindi bisognasse uniformare i costumi e gli stili di vita. Oggi si manifestano violente reazioni a questi tentativi di uniformazione ed anzi varie culture cercano di imporre i propri valori senza rispettare la diversità. Il mondo è cambiato e la nostra esperienza è cresciuta...<br />
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Ed oggi, di fronte a questa tragica scomparsa della ragione, di fronte a sempre nuovi sintomi di neo-irrazionalismo che sembrano sommergerci, si ascoltano ancora gli echi di quel razionalismo primitivo nel quale sono state educate varie generazioni. Molti dicono: “Avevamo ragione quando cercavamo di farla finita con le religioni, perché se ci fossimo riusciti oggi non ci sarebbero guerre di religione; avevamo ragione quando cercavamo di liquidare la diversità, perché se ci fossimo riusciti ora non si accenderebbero le lotte tra etnie e culture!” Ma i razionalisti di questa schiatta non sono mai riusciti ad imporre il loro culto filosofico unico, né il loro stile di vita unico, né la loro cultura unica, e questo è ciò che conta. E conta soprattutto la discussione per risolvere i drammatici conflitti che si stanno presentando oggi. Quanto tempo ci vorrà ancora per capire che una cultura ed i suoi capisaldi intellettuali o comportamentali non sono affatto dei modelli che tutta l’umanità deve seguire? Dico questo perché forse è il momento di riflettere seriamente sul cambiamento del mondo e di noi stessi. E’ facile pretendere che cambino gli altri: il punto è che gli altri pensano la stessa cosa. Non sarà tempo di iniziare a riconoscere l’“altro”, la diversità del ‘tu’? Credo che oggi sia sul tappeto con più urgenza che mai il problema del cambiamento del mondo e che questo cambiamento, per poter essere positivo, debba andare di pari passo con il cambiamento personale. Dopo tutto, la mia vita ha senso solo se voglio viverla e solo se posso scegliere le condizioni della mia esistenza e della vita in generale o lottare per esse. L’antagonismo tra l’aspetto personale e quello sociale della vita non ha dato buoni risultati, per cui è da considerare seriamente se non abbia più senso una relazione convergente tra i due termini. L’antagonismo tra le culture non ci porta sulla strada giusta, per cui diventa imprescindibile riconsiderare un modo di riconoscere la diversità culturale vero soltanto a parole; e diventa inoltre imprescindibile lo studio di una possibile convergenza delle culture che porti alla creazione di una [[Nazione Umana Universale|nazione umana universale]].<br />
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Per ultimo c’è da dire che non poche pecche sono state attribuite agli umanisti di tutte le epoche. Si è detto che anche Machiavelli era un umanista che cercava di comprendere le leggi che reggono il potere; che lo stesso Galileo mostrò una sorta di debolezza morale di fronte alla barbarie dell’Inquisizione; che Leonardo annoverava, tra le sue invenzioni, delle macchine da guerra molto perfezionate, disegnate per il Principe. E, continuando su questo registro, si è affermato che anche molti scrittori, pensatori e scienziati contemporanei hanno mostrato debolezze dello stesso genere. Sicuramente c’è del vero in tutto questo: ma dobbiamo essere giusti nella nostra valutazione dei fatti. Einstein non ha avuto a che vedere con la fabbricazione della bomba atomica; il suo merito risiede nell’invenzione della cellula fotoelettrica, grazie alla quale si sono sviluppate tante industrie, comprese il cinema e la televisione, ed il suo genio si è rivelato soprattutto nella formulazione di una grande teoria assoluta: la teoria della Relatività. Ed Einstein non ha mostrato debolezze morali di fronte alla nuova Inquisizione. Né tantomeno Oppenheimer al quale il progetto Manhattan, finalizzato alla costruzione di uno strumento che mettesse fine al conflitto mondiale, era stato presentato solo come un’arma dissuasiva, che mai sarebbe stata utilizzata contro degli esseri umani. Oppenheimer fu vilmente tradito e per questo fece sentire con forza la sua voce appellandosi alla coscienza morale degli scienziati: per questo fu destituito dall’incarico che ricopriva, per questo fu perseguitato dal Maccartismo. Molti difetti morali attribuiti a persone che hanno manifestato un atteggiamento umanista non hanno a che vedere con la loro posizione nei confronti della società o della scienza ma con la loro stoffa di esseri umani posti di fronte al dolore e alla sofferenza. Se parliamo di coerenza e di forza morale, la figura di Giordano Bruno di fronte al martirio appare come il paradigma dell’umanista classico e, al nostro tempo, tanto Einstein quanto Oppenheimer possono essere giustamente considerati umanisti tutti d’un pezzo. E perché, andando al di là del campo della scienza, non dovremmo considerare come dei genuini umanisti Tolstoj, Gandhi e Martin Luther King? Forse Schweitzer non è stato un umanista? Sono sicuro che milioni di persone in tutto il mondo affrontano la vita con un atteggiamento umanista ma se cito solo alcune personalità è perché esse costituiscono modelli di umanesimo universalmente riconosciuti. So che a tali individui possono essere rimproverati alcuni comportamenti, qualche volta il modo di agire od il senso dell’opportunità od il tatto, ma non possiamo negare il loro impegno nei confronti degli altri esseri umani. D’altra parte, non siamo qui per pontificare su chi sia umanista e su chi non lo sia ma per presentare la nostra opinione, con tutte le limitazioni del caso, sull’[[Umanesimo]]. Ma se qualcuno esigesse da noi una definizione dell’atteggiamento umanista in questo momento storico, gli risponderemmo con poche parole che “è un umanista chiunque lotti contro la [[discriminazione]] e la [[violenza]] e proponga delle alternative affinché la libertà di scelta dell’[[essere umano]] possa manifestarsi”.<br />
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Nient’altro. Molte grazie.<br />
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[[categoria: Dizionario del Nuovo Umanesimo]]<br />
[[categoria: argomenti principali]]<br />
[[categoria: work in progress]]<br />
[[Categoria:Umanesimo Universalista]]<br />
[[Categoria:siloismo]]<br />
[[Categoria:Silo]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=ICAN&diff=32921ICAN2019-01-03T00:30:32Z<p>Humanipedia: </p>
<hr />
<div>Acronimo di International Campaign to Abolish Nuclear Weapons.<br />
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E' una campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari a cui partecipano numerose associazioni di tutti i paesi del mondo. Iniziata in Australia è stata formalizzata in Austria nel 2007. La rivendicazione dell'abolizione delle armi nucleari è stata promossa dagli umanisti in varie occasioni tra cui la più significativa è la [[Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]. Anche [[Silo]] dedica al disarmo nucleare il videospot del 2006 che fu trasmesso in numerosi canali televisivi, stazioni, metropolitane e stadi di tutto il mondo. Per questo l'adesione delle associazioni umaniste alla campagna ICAN è un fatto logico e conseguente.<br />
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Maggiori informazioni sul [http://www.icanw.org/ sito web ufficiale]<br />
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[[categoria: campagne]]<br />
[[categoria: termini originali]]</div>Humanipediahttps://it.humanipedia.org/index.php?title=ICAN&diff=32911ICAN2019-01-03T00:29:59Z<p>Humanipedia: Creata pagina con "Acronimo di International Campaign to Abolish Nuclear Weapons. E' una campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari a cui partecipano numerose associazioni di..."</p>
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<div>Acronimo di International Campaign to Abolish Nuclear Weapons.<br />
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E' una campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari a cui partecipano numerose associazioni di tutti i paesi del mondo. Iniziata in Australia è stata formalizzata in Austria nel 2007. La rivendicazione dell'abolizione delle armi nucleari è stata promossa dagli umanisti in varie occasioni tra cui la più significativa è la [[Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza]]. Anche [[Silo]] dedica al disarmo nucleare il videospot del 2006 che fu trasmesso in numerosi canali televisivi, stazioni, metropolitane e stadi di tutto il mondo. Per questo l'adesione delle associazioni umaniste alla campagna ICAN è un fatto logico e conseguente.<br />
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Maggiori informazioni sul [http://www.icanw.org/ sito web ufficiale]<br />
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